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toro
di Michele FerreroPrima o poi doveva succedere. Giocando ogni tre giorni con un organico ridotto all’osso da un’incredibile serie d’infortuni non era pensabile continuare a far punti, come da dopo il derby ci stava capitando. Fatta eccezione per l’evitabile gesto di Vailatti, non mi sento però di muovere alcun appunto a chi è sceso in campo: l’impegno certo non è mancato. Al momento perdere in trasferta con questa Udinese, quinta in classifica e decisamente in salute, ci può stare. Il Toro non ha però accettato il ruolo della vittima designata, giocandosi la partita fino in fondo, con la convinzione di poterla pareggiare.Anzi, nei primi 25 minuti, prima di regalare il gol del vantaggio, la squadra era molto ben messa in campo, lasciava pochi spazi e ripartiva con una certa pericolosità, soprattutto grazie alla mole di lavoro svolta da Motta a destra. Il giovane laterale aveva il compito più ingrato, perché sulla sua fascia l’Udinese schierava i propri punti di forza, l’azzurro Di Natale su tutti, ma anche il dinamico Dossena. Lo schieramento di Udine, pur obbligato nella scelta degli uomini, era un 4-4-2 classico di quelli graditi a Novellino. Mi premeva pertanto verificare il rendimento degli esterni alti, Motta e Vailatti. Non due specialisti del ruolo, ma giocatori comunque sufficientemente idonei a sdoppiarsi nelle due fasi di gioco, difensiva ed offensiva. Motta ci è riuscito, chiudendo a destra in aiuto a Comotto e proponendosi in avanti con una certa continuità. E’ coinvolto in entrambi i gol subiti, ma in modo marginale, nel senso che non è riuscito a rimediare ad errori commessi da altri prima di lui. Il suo dispendio di energie è stato notevole, ma la qualità media delle sue giocate è risultata comunque discreta. Molto male invece Vailatti sul lato opposto, che ha sofferto le partenze di Mesto ed ha perso due terzi dei palloni che ha giocato. Essendo un destro naturale la posizione a sinistra per lui non è congeniale: tende a rientrare sempre sul piede buono, rendendosi prevedibile e facilmente attaccabile. Solo una volta è riuscito a metterla in mezzo col sinistro, ma poco dopo (al minuto 43 del primo tempo) ha mandato in crisi il Toro, che inserendo nella ripresa Malonga al suo posto avrebbe avuto ben altre possibilità di rimonta. La reazione nervosa che ha portato Ricky all’espulsione potrebbe essere figlia della frustrazione, per non aver saputo dare alla squadra un apporto adeguato.Già il Toro aveva dato una grossa mano agli avversari in occasione del primo gol. Non solo facendo colpire di testa in area due brevilinei come Quagliarella e Floro Flores, ma regalando ingenuamente il corner dal quale è nato tutto. Corini e Vailatti si sono fatti pressare su una rimessa laterale eseguita da Lanna sulla verticale.Con l’uomo in meno il Toro ha poi giocato ini realtà solo pochi minuti, ma sufficienti per incassare un altro gol. In modo assai casuale e sfortunato: prima del gran tiro da fuori di Inler, l’arbitro aveva concesso, in un primo momento, il vantaggio all’Udinese dopo un fallo di Corini. Poi ha invece fischiato, perché un intervento difensivo di Della Fiore ha impedito che il vantaggio si concretizzasse. Corini si è trovato tagliato fuori senza colpe, e la posizione errata di Bottone ha permesso a D’Agostino di battere velocemente la punizione a palla scoperta. Una colpa minima, subito punita dal fatto che Inler ha pescato il jolly da 25 metri.Poi ci ha pensato Dossena, prendendo il secondo giallo al 12’ della ripresa, a rimettere in partita i nostri. Che dieci contro dieci, ed in spazi quindi più larghi, hanno trovato la forza di lottare fino alla fine. Senza questo episodio il rischio di un passivo pesante sarebbe stato concreto, a prescindere da qualsiasi soluzione tattica e dai cambi a disposizione. L’ingresso di Malonga ha portato l’ormai consueta freschezza, ma dopo il gol di Ventola il grande impegno ha prodotto solo un paio di occasioni. Una, decisamente favorevole, è stata sprecata dallo stesso centravanti: a causa di un errore nel controllo non è riuscito a restituire palla a Rosina, ed a mandarlo in porta. Nel frattempo, con i nostri comprensibilmente sbilanciati, almeno quattro volte l’Udinese ha sfiorato il gol in contropiede, esaltando Sereni e facendone il migliore in campo, insieme al sempre più autoritario Della Fiore.Una sconfitta annunciata ed ineccepibile, ma nella quale si può comunque intravedere qualche segnale positivo, legato alle ormai accertate qualità caratteriali della squadra. Il Toro ha comunque assoluto bisogno di recuperare qualche giocatore, prima che la classifica si complichi e l‘orgoglio, da solo, non basti più.
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