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Si naviga a vista in questi giorni, anche a livello calcistico. La ripresa del campionato è incerta, e le riunioni che si stanno svolgendo periodicamente tra i club di A ed i vertici federali sono ancora lontane dal dare la risposta definitiva, complice la situazione in evoluzione a livello nazionale. Sono emerse però due posizioni chiare, in contrasto tra loro, riassunte dalle esternazioni di Cairo, presidente del Torino, e Gravina, presidente della FIGC.
SCONTRO A DISTANZA - Due visioni opposte, si diceva, riguardo il destino della stagione 2019/2020. Il presidente del Torino, raggiunto dai microfoni di Sky Sport, ha espresso perplessità circa la possibilità di ripartire nel mese di maggio: per Cairo comunque non si dovrebbe giocare oltre il 30 giugno, per far sì che ciò non intacchi la stagione 2020/2021. Dell'idea opposta è invece il presidente federale Gravina, che a Radio Marte ha dichiarato che l'obiettivo della FIGC è quello di far finire la stagione ad ogni costo, anche se ciò dovesse significare giocare a luglio ed agosto.
POSIZIONI - Questo non potrà che essere terreno di scontro tra le due posizioni (quella di Cairo, che potrebbe trovare appoggio in altri club, e quella di Gravina), e terrà banco nelle prossime settimane. Il tutto mentre, per bocca del Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora, ha dichiarato che la Serie A dovrà riprendere necessariamente ad emergenza finita. Senza dare però - comprensibilmente - indicazioni circa la fine auspicabile di questa travagliata stagione, per i granata come per gli amanti del calcio italiano.
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