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Rivedere parte del decreto Dignità e cancellare il divieto di sponsorizzazione imposto alle società di betting. Questa l'ultima idea della Lega Serie A per far fronte all'emergenza Coronavirus ed incentivare la ripresa economica del calcio. Una serie di misure varate nell'assemblea di ieri e comprese in un piano denominato “salva pallone”, che nelle prossime settimane l'organismo che regola il massimo campionato italiano porterà all'attenzione del Governo.
L'IDEA - Un'idea che ha trovato il supporto del patron granata Urbano Cairo, che pochi giorni fa dichiarava a La Stampa: "Al Governo chiederemo di aiutarci, direttamente o indirettamente. Altrimenti in molti rischieranno il fallimento. Come? Con agevolazioni fiscali e con il possibile cambio della legge sul betting che vieta alle agenzie di scommesse di investire nel calcio. Sono aziende che vogliono investire e sono controllate. Sarebbe sbagliato voltare loro le spalle". Il riferimento è al decreto Dignità, fortemente voluto dall'ex Ministro del Lavoro e dello sviluppo economico Luigi Di Maio ed entrato in vigore nell'agosto 2018. Un provvedimento in seguito al quale la Serie A ha fatto registrare un ammontare di introiti mancati per i club superiore ai 100 milioni di euro annui. Una cifra consistente che, secondo la Lega, aiuterebbe il movimento ad attenuare le conseguenze economiche dello stop forzato ai tornei nazionali.
IL TORINO - Il Torino monitora attentamente la situazione, in attesa di possibili sviluppi. Il club granata infatti, prima del decreto Dignità, era legato da un rapporto di sponsorizzazione con SportPesa. L'agenzia di betting internazionale, tra le più importanti al mondo, era sia back sponsor (la sua patch era posizionata sul retro delle maglie del Torino fino alla scorsa stagione) ma anche tra i partner più strategici del club; in quanto già sponsor ufficiale dell'amichevole con la Chapecoense e del ritiro di Bormio del 2018 (denominato Sport Pesa pre-season). La Lega intanto ha già fatto il primo passo: nella conferenza di ieri, infatti, i club hanno formalizzato il progetto. Adesso la palla passa al Governo, cui spetterà decidere se accettare o meno la parziale revisione del decreto.
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