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toro
di Franco Ossola
Fa freddo, freddissimo, ma l’aria si è finalmente ripulita..
Come sempre, quando queste “purificazioni” avvengono si portano appresso...
di Franco Ossola
"Fa freddo, freddissimo, ma l’aria si è finalmente ripulita..
"Come sempre, quando queste “purificazioni” avvengono si portano appresso tribolazioni e sofferenze, passioni tormentate, dolori. Quel che conta però è che, alla fine, si sta poi tutti meglio.
"Al nostro Toro questo è successo.
"Un’estate infernale non certo per il caldo, ma per l’angoscia di aprire un giornale o di accendere la televisione e continuamente apprendere notizie terribili, capaci di mandare in paranoia anche i tifosi più flemmatici e gli appassionati più tiepidi. Un’estate da incubo, che ancora mancava alla tifoseria granata, che già credeva di aver vissuto tutto e più di tutto. Ma bene è quel che bene finisce, ed è questa la diffusa sensazione positiva che si palpa nell’aria.
"Senza fare proclami prematuri che non avrebbero significato – perché è nella continuità dell’impegno che si può valutare il bene di un’azione – basti la gioia di respirare meglio, di sentire il cuore più leggero, di tornare a parlare di Toro con entusiasmo, di ripresentarsi allo stadio con la fanciullesca gioia che ci aveva sempre accompagnati prima che quella che ritenevano la nostra squadra si trasformasse in uno strumento di avvilimento e tortura a causa di dirigenze lontane dal nostro sentire quando le galassie del cosmo più profondo.
"Il buon comportamento della squadra in campo è, certo, importante, decisivo; ma sono convinto che per questa stagione la tifoseria non avrebbe accampato pretese, né richiesto chissà che. Quel che oggi, in questo momento, si sta veramente godendo è, paradossalmente, un nuovo ritorno al passato, a quelli che erano gli autentici “sentimenti” con cui viveva e sentiva l’appartenenza alla squadra, alla Club amato, un modo di essere, nel bene e nel male, una tifoseria sempre fiera e dignitosa, mai tentennate o, tanto meno, avvilita. Sentirsi del Toro è tornato ad essere un piacere, dire di Toro è tornato a stimolare penne e parole, ritrovarsi assieme è tornato ad essere un rituale che si scandisce con gioioso slancio, le attese e le speranze sono tornate ad essere tali – momenti di trepidazione – nella serena convinzione che dietro l’angolo non ci sono solo più bugie che tendono agguati di delusione, ma la concretezza di parole e fatti chiari. Un riappropriarsi, questo, della natura granata di ciascuno di noi che va anche al di là ed oltre gli esiti del campo che, comunque, come sempre accade, sanno rivelarsi buoni quando sorretti da intenzioni e progetti che hanno il marchio della positività.
Ed è in questa rinnovata, eppure antica, tradizione d’essere della tifoseria granata che cresce e sale l’augurio di continuare a procedere al meglio, ma anche il rinnovato monito di non disperdere mai quello che i colori granata hanno saputo dare alla Storia, perché, come riconosceva un grande scienziato: noi, qui ed ora, poggiamo il nostro presente sulle spalle di chi, prima di noi, ha saputo tracciare quella che è diventata la nostra strada, perché non c’è futuro se non ci si volge indietro con rispettoso sguardo.
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