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Il Napoli sta ancora prendendo le misure al degno erede di Pepe Reina, con i giochi aperti tra Ospina, Meret e Karnezis, la Juve ha salutato il suo totem, Gigi Buffon, la Roma ha ceduto Alisson e il Milan resta sul chi va là, tra crisi post adolescenziali e rapporti altalenanti con il tifo e l'ambiente di Gigio Donnarumma. Il Toro, invece, si gode il suo numero uno, Salvatore Sirigu, mentre l’Inter può contare sull’affidabilità di uno dei migliori interpreti del ruolo in circolazione, Samir Handanovic, oltre 400 partite in Serie A e fama di pararigori. Inter-Torino sarà, quindi, anche il confronto tra quelli che forse sono i due portieri al momento più forti in Serie A. E dire che, solo un paio di anni fa, tra Paris Saint Germain e Inter si prefigurò uno scambio proprio tra il portiere sardo e quello sloveno.
Finiti i tempi da tremarella alle gambe a ogni calcio d'angolo battuto dagli avversari - non ce ne voglia il buon Daniele Padelli, oggi secondo proprio di Handanovic -, e dell'emozionante, romantica e divertente avventura di una stagione con l'ex portiere della nazionale inglese Joe Hart ("come on!", la sua celebre esultanza, fenomeno virale in rete), i granata hanno finalmente trovato in Sirigu la certezza che attendevano tra i pali, al pari dei nerazzurri.
Quindicenne, Sirigu viene scartato prima dalle giovanili del Cagliari e poi bocciato da quelle del Palermo. Entra nella primavera del Venezia, Foschi lo nota e quando Zamparini diventa presidente dei rosanero lo riporta in Sicilia. Esordisce in prima squadra nella stagione 2006/2007. L'anno successivo va in prestito in C1, alla Cremonese allenata da Emiliano Mondonico. “Sirigu sarà il portiere dei prossimi dieci-quindici anni”, dirà di lui.
Non sbaglia, Mondonico. Dopo la parentesi Ancora, il rientro alla base. Nel 2009 Sirigu, allenato da chi conosce bene il ruolo, un certo Walter Zenga, relega in panchina Rubinho, si prende il Palermo e la Nazionale. Nel 2011 il passaggio all'ambizioso Paris Saint-Germain. Gioca con nomi del calibro di Pastore, Verratti, Thiago Silva, Maxwell. Vittorie e trofei fino alla stagione 2015/16, quando viene scalzato da Trapp. L'anno successivo, per tornare titolare, va in prestito in Spagna, prima al Siviglia e poi all'Osasuna.
La svolta arriva nella stagione 2017/18. Si libera dal Psg, accetta la chiamata e la sfida del Torino. Per i granata è una stagione in chiaroscuro. Se da una parte vengono a mancare i gol di Belotti, dall'altra si può fare affidamento sulle grandi parate del portiere sardo. Prestazioni che gli valgono il secondo posto nel Toro News Award, appena dietro alla rivelazione Nkoulou.
Le sue quotazioni tornano a salire e non passa inosservato nemmeno al nuovo Ct dell'Italia, Roberto Mancini. Di nuovo convocato in azzurro, a fine stagione finisce nel mirino del Napoli. Lui sceglie di rimanere a Torino, firmando un contratto fino al 2022.
“Qui c’è un progetto per il futuro”, spiega Sirigu durante il ritiro di Bormio. Futuro granata di cui Sirigu, classe '87, esperienza e classe da vendere, è parte fondante. E mentre altre big del campionato - Inter a parte, grazie al collaudatissimo Handanovic - devono fare i conti con le insidie di cambi, paragoni scomodi e pregressi di diverso genere tra i pali, il Toro sa che la propria porta è in buone mani.
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