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Sirigu: “Il momento no del Torino? Era preventivabile, serve ancora tempo”

Redazione Toro News

Il punto / Il portiere granata è stato protagonista della conferenza stampa di presentazione al match di domani sera dell'Italia in cui ha parlato del momento del suo Toro

Domani sera la Nazionale italiana scenderà in campo contro allo stadio Artemio Franchi di Firenze nell'amichevole contro l'Estonia. Senza il CT Roberto Mancini - trovato positivo al coronavirus - ci sarà il suo vice Alberico Evani. Nella solita conferenza stampa prepartita a presentare il match insieme al tecnico azzurro che prenderà il posto di Mancini ha parlato anche Salvatore Sirigu: "L'opportunità di vestire la maglia della Nazionale, per chiunque, è un motivo di orgoglio. Chi va in campo, chi fa parte di questo gruppo è onorato di poterlo fare, è questo il primo sentimento. L'importanza della partita è giocare con l'Italia, di per sé è già il massimo per un professionista".

Sulla possibilità di essere il capitano nel match di domani ha detto: "Vedremo, l'ultima volta ha fatto il capitano El Shaarawy e sono stato molto contento per lui. Ha giocato in Cina, sta passando un momento particolare, la fascia è stata importante. Sono stato felice per lui, poi se la prendo io tanto meglio. Sappiamo che la squadra ha un capitano, Chiellini, poi Bonucci che se lo è guadagnato di diritto. Portare la fascia può essere la gioia di un giorno, siamo consapevoli chi la porta e chi l'ha sul braccio sul serio".

Il portiere sardo ha parlato anche del momento che sta attraversando il suo Torino in campionato: "Nuvoletta nera? Spero vada via, ma non credo molto a queste cose. Se devo fare una prima analisi su quello che è il primo periodo a Torino - continua Sirigu - devo dire che è preventivabile passare un periodo critico, perché non abbiamo avuto il tempo per metabolizzare le scorie, né per lavorare con il mister. Stiamo lavorando molto ma stiamo costruendo, siamo consci di dovere passare periodi difficili. Ora c'è la Nazionale, serve mentalmente per staccare un po', poi quando tornerò a Torino mi dedicherò come prima (o anche di più) al nostro progetto".