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Fino allo scorso campionato, Nicola Stefanini era l'”amuleto” granata per il campionato. Con il direttore di gara della sezione di Prato, infatti, il Toro vantava cinque precedenti senza neppure una sconfitta; ma poi...
"Fino allo scorso campionato, Nicola Stefanini era l'”amuleto” granata per il campionato. Con il direttore di gara della sezione di Prato, infatti, il Toro vantava cinque precedenti senza neppure una sconfitta; ma poi è arrivato il ko interno contro la Salernitana a rompere l'”incantesimo”. A dire il vero, in quell'inopinata sconfitta interna con l'ultima della classe, i giocatori di casa ci misero del proprio; anzi, Stefanini assegnò ben due calci di rigore agli uomini di Colantuono, (Bianchi sbagliò il primo e realizzò il secondo, per la cronaca). In precedenza, c'era stata la bella vittoria contro la Reggina, in cui lo stesso Bianchi segnò il suo gol-capolavoro in rovesciata. Il rapporto tra il 35enne arbitro fiorentino ed il Toro iniziò nell'ultima gara prima della pausa natalizia del 2004, e nel migliore dei modi: un gol di Marazzina fu sufficiente ad espugnare lo stadio “Nereo Rocco” di Trieste. Seguirono tre pareggi interni: agli albori dell'era Cairo, 0-0 contro il Bari; al battesimo del nuovo club nella massima serie, 1-1 con il Parma (rete di Stellone) e stesso risultato con il Catania (unico gol in A di Malonga) l'anno dopo, quando il fischietto ridusse in dieci uomini i siciliani già al 25'. Dunque, un successo, quindi quattro pareggi, e poi una sconfitta: questo il bilancio “granata” di Stefanini, che dirige tutto sommato all'inglese, e con il quale le formazioni ospiti ben difficilmente vincono (è accaduto una sola volta in trenta partite dirette in Serie A). Ma, nell'unico precedente del Toro lontano da casa, arrivarono invece i tre punti.
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