Sarà Stefano Lo Russo a guidare la città di Torino per i prossimi cinque anni. Il quarantaseienne del PD, professore di geologia al Politecnico, ha superato al ballottaggio il candidato del centrodestra Paolo Damilano. Proprio quest'ultimo, ampiamente sconfitto (si è fermato al 40,77% dei voti contro il 59,23% di Lo Russo), ha avuto rapporti con il club granata in passato. Tifoso del Toro, Damilano è stato infatti sponsor del club con la sua Valmora. È invece tifoso della Juventus Stefano Lo Russo. Al nuovo sindaco della città non manca però un elemento in comune con i granata: si tratta di Don Aldo Rabino, storico padre spirituale del Toro venuto a mancare nel 2015. Fu proprio il sacerdote salesiano ad avvicinare Lo Russo al mondo del volontariato ed alla carriera politica. E Lo Russo gli ha dedicato la vittoria dopo aver ottenuto al ballottaggio la carica di primo cittadino.
IL TEMA
Stefano Lo Russo e il Toro: dal legame con don Aldo all’idea di una cittadella
IL PROGRAMMA - Sarà quindi Lo Russo a ricevere il testimone da Chiara Appendino, sindaca che ha avuto un rapporto non dei più semplici con il club granata. Dall'infinita querelle Robaldo, iniziata nel marzo 2016 e conclusa a luglio con l'ultimo via libera della Giunta pentastellata, è nato l'incidente diplomatico dello scorso maggio quando il presidente Cairo espresse infatti ben poca stima nei suoi confronti, inconsapevole di essere filmato da alcuni presenti. A Lo Russo ed alla sua Giunta, la cui composizione sarà comunicata solamente lunedì 25 ottobre, spetterà ora interloquire con il club granata per questioni quali Stadio Grande Torino, Robaldo e Filadelfia. Tre argomenti di cui il neo sindaco ha parlato durante la campagna elettorale: "Pensiamo a progetti riguardanti il Torino Calcio, come il Museo del Grande Torino al Filadelfia, o la Cittadella Granata, che va portata a termine e resa il luogo in cui si formeranno le future generazioni di giovani sportivi. Nel nostro progetto di Città c’è poi un tassello ulteriore di grandissima importanza: con il Filadelfia anche lo Stadio Olimpico deve diventare la casa dei tifosi granata, italiani e sparsi in tutto il mondo".
LA CITTADELLA - Al netto dell'errore relativo al nome della società - il Torino Calcio è fallito nel 2005 -, il tema proposto a più riprese è quello della "cittadella granata", come l'ha voluta definire Lo Russo. Proprio su questo aspetto il neo sindaco si è espresso nel corso di un confronto pochi giorni prima del ballottaggio: "Nel mio schema di città calcistica, l'Olimpico deve essere lo stadio del Toro. La mia idea è trasformare l'area attorno al Filadelfia in una cittadella granata. Si tratta di una prospettiva di consolidamento della presenza del club sul territorio, considerando anche il Robaldo". Si può quindi pensare che la città tornerà alla carica per proporre l'acquisizione dello stadio Olimpico "Grande Torino" al Torino FC: come noto, tuttavia, i tentativi delle precedenti amministrazioni sono andati a vuoto. E poi c'è il capitolo Filadelfia, che va completato in tutte le sue parti a quattro anni dall'inaugurazione del centro sportivo di cui don Aldo Rabino fu uno dei principali fautori: vedremo quali mosse adotterà la città che, come noto, è l'azionista principale della Fondazione Filadelfia.
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