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LEEDS, ENGLAND - APRIL 19: A sign is trailed by a plane with a slogan against a proposed new European Super League over the stadium during the warm up for the Premier League match between Leeds United and Liverpool at Elland Road on April 19, 2021 in Leeds, England. Sporting stadiums around the UK remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Clive Brunskill/Getty Images)
Il popolo contro i padroni, le persone normali contro l'élite del calcio. È stata definita in tanti modi nel corso di questi due giorni frenetici la querelle scaturita in seguito alla nascita della famigerata Super League: competizione europea di stampo secessionista, fondata e lanciata in piena notte il 19 aprile scorso da 12 dei club più ricchi del vecchio continente. Tra di loro, come noto, anche tre squadre del calcio nostrano - Juventus, Inter e Milan - che, insieme a Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid, Chelsea, Manchester City, Arsenal, Manchester United, Liverpool e Tottenham, hanno provato nelle ultime 48 ore a crearsi una nuova competizione ad accesso estremamente limitato con lo scopo di aumentare ulteriormente i propri introiti già multimilionari.
SUPER LEAGUE - Una sorta di colpo di stato alle federazioni sportive europee e nazionali quello operato dalle big del calcio mondiale, che ha scatenato l'ira dei tifosi di tutta Europa. Sia sui social - l'hashtag #NoSuperLeague è stato trend topic di Twitter per tutta la giornata di ieri - che in piazza. Soprattutto in Inghilterra, dove i tifosi di Chelsea, Liverpool e delle altre "sorelle" della Premier League sono scesi in piazza facendo sentire la loro voce. La risposta dei club d'oltremanica è stata immediata, tanto che nella notte di ieri tutte le sei fondatrici di marca inglese hanno deciso di fare un passo indietro. Ora dunque il "grande progetto per salvare il calcio mondiale", pensato tra gli altri da Florentino Perez ed Andrea Agnelli, rischia clamorosamente di collassare su se stesso ancora prima di cominciare. Un fallimento che, se dovesse concretizzarsi, rappresenterebbe un'enorme onta per la reputazione sportiva di tutti quei dirigenti e presidenti che lo hanno promosso e lanciato nel corso degli ultimi giorni. A giocarsi molto, per quanto riguarda il calcio nostrano, sono in particolare il presidente bianconero Andrea Agnelli e l'ad dell'Inter Giuseppe Marotta, già attaccati duramente dal patron del Torino Urbano Cairo in seguito al fattaccio: "Agnelli è un Giuda - ha detto il presidente granata all'Ansa - Marotta si deve dimettere subito, non può rappresentare la Lega in Figc. Parlavano di solidarietà e intanto ci sabotavano, hanno tradito la Serie A".
FALLIMENTO - Parole forti, che hanno fatto da eco alle posizioni altrettanto dure prese nel corso delle stesse ore dai principali esponenti del Uefa, della Fifa, ma anche delle istituzioni politiche dei vari stati nazionali. D'altronde quello della Super League è un progetto anacronistico per il suo tempo, nato per permettere a club già multimilionari di arricchirsi ancora di più in un momento storico in cui tutte le persone del mondo stanno affrontando una crisi economica e finanziaria senza precedenti. Per questo motivo stona ancor di più sentir parlare di Paperoni che, pur di veder aumentare ulteriormente i propri introiti, sono pronti a tutto: anche uccidere i valori di quel calcio grazie al quale hanno costruito buona parte delle proprie fortune. Tutto orientato ad un unico, grande, fine ultimo: lo spettacolo. Un concetto molto astratto, dietro il quale le stesse società hanno provato a nascondere piuttosto maldestramente un altro fine ben più concreto del precedente: la possibilità di mettere una pezza alle centinaia di milioni di debiti che i club coinvolti hanno accumulato nel corso degli anni a causa di spese folli e cattiva gestione delle risorse. Ma, come letto un po' ovunque nel corso di queste ore, i sogni non si possono comprare ed è per questo che - come sembra - di qui a poco il progetto Super League finirà per naufragare definitivamente. E con esso se ne andrà anche buona parte della credibilità all'interno del mondo del calcio di chi l'ha concepito.
COMUNICATO SUPERLEGA - Nella notte l'organizzazione della Superlega ha rilanciato con un comunicato nel quale ha spiegato quanto successo nelle ultime ore. A partire dall'addio delle inglesi, che avrebbero lasciato il progetto perché costrette dalle pressioni esercitate su di loro. In conclusione la Superlega rilancia per il futuro spiegando che "riconsidereremo i passaggi più appropriati per rimodellare il progetto, avendo sempre in mente i nostri obiettivi di offrire ai tifosi la migliore esperienza possibile, migliorando i pagamenti di solidarietà per l'intera comunità calcistica".
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