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Tanti infortuni, ma il peggio è passato

Edoardo Blandino

di Edoardo Blandino

Dopo tante riflessioni sulla passata stagione e molte idee, tra le domande che sorgono ai tifosi c’è sicuramente: “Che campionato sarebbe stato senza tutti quegli...

di Edoardo BlandinoDopo tante riflessioni sulla passata stagione e molte idee, tra le domande che sorgono ai tifosi c’è sicuramente: “Che campionato sarebbe stato senza tutti quegli infortuni?”. Dal mercato è ancora scena muta e nel terrore di non vedere arrivare nuovi rinforzi, diventa quindi lecito chiedersi se sarebbe cambiato qualcosa senza tutte quelle defezioni. Probabilmente nessuno lo saprà mail, però i giocatori sono certi che i problemi della passata stagione siano stati molto limitanti nel rendimento generale, come hanno spiegato Natali e Rubin al nostro sito Toronews: “Le mie prestazioni sono state discontinue anche a causa dei molti problemi fisici”, afferma il centrale difensivo a cui fa eco il giovane terzino: “La scorsa stagione avevo iniziato bene, ma è arrivato l’infortunio che mi ha tenuto lontano. Poi quando ho ricominciato ad allenarmi la situazione era particolare e non ho trovato molto spazio”.

Purtroppo loro non sono stati gli unici fermati dai problemi di natura fisica, quasi ogni singolo elemento ha dovuto lottare contro la sorte (o forse contro una preparazione sbagliata?). Rosina stesso è rimasto fuori diverso tempo, saltando o arrivando non con una forma adatta alle gare importanti, come successo in occasione del derby. Sereni, la cui stagione è stata largamente migliore rispetto a tutti i compagni, si è accomodato frequentemente in infermeria, sottoponendosi ai trattamenti dello staff sanitario granata. Ma la lista dei celebri degenti è lunga ed ha toccato praticamente tutto lo spogliatoio, costringendo spesso il mister a mandare sul terreno verde una formazione obbligata e limitando così le potenzialità di un organico che già non era da primissima fascia. Ma Dal Workshop emerge finalmente un po’ di ottimismo, magari dovuto al bel paesaggio ed al clima estivo o semplicemente grazie all’assenza di stress che pervade da settembre a giugno ogni angolo dello spogliatoio. A Chia l’atmosfera è rilassata, i giocatori sono convinti che il peggio sia finalmente passato e l’allegria negli sguadri dei ragazzi sembra voler urlare a squarcia gola: “Lasciamoci tutto alle spalle, questa sarà un’altra stagione”.