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Centoventi minuti. Tanto è servito al Torino per sbarazzarsi di un Livorno mai domo trascinato da Diamanti. Trenta minuti in più del normale che...
di Edoardo Blandino
"Centoventi minuti. Tanto è servito al Torino per sbarazzarsi di un Livorno mai domo trascinato da Diamanti. Trenta minuti in più del normale che sarebbero pesati non poco nella partita di domenica contro l’Udinese. Già, sarebbero pesati se i bianconeri non fossero finiti anche loro ai supplementari e poi ai rigori. Ma fortunatamente Handanovic ha pensato fosse ingiusto accollarsi questo beneficio e con due interventi piuttosto goffi ha permesso al Borussia Dortmund di andare ai supplementari, prima di ricordarsi di essere un ottimo portiere e salvare la squadra ai penalty. La gara di campionato vede dunque opporsi due formazioni che arrivano da un turno infrasettimanale molto faticoso che inciderà parecchio sulla partita. Viene da chiedersi allora chi sia la squadra con più birra in corpo e poi ci si ricorda del turnover proposto da mister De Biasi in Coppa Italia. Che sia veramente servito a qualcosa? Può darsi. Però è un dato di fatto che nel probabile undici granata di domenica solamente Diana, Ogbonna e Zanetti abbiano giocato tutta la gara, contro i 120 minuti di Coda, Domizzi, Inler e Isla, i 90 minuti di Di Natale e gli oltre 60 di Lukovic e Quagliarella. È vero che siamo solo agli inizi della stagione ed i giocatori dovrebbero essere in grado di reggere tre partite nell’arco di sette giorni, ma è altrettanto vero che i supplementari sono estremamente faticosi in qualunque momento dell’anno. E da questo punto di vista i granata sono avvantaggiati, potendo schierare una formazione più “fresca” rispetto all’avversario. Tuttavia negli ultimi tempi sono sorti diversi dubbi sulla reale resistenza fisica della squadra di De Biasi. Ad eccezion fatta per la ripresa contro l’Inter, il Torino ha sempre sofferto nei secondi tempi rischiando anche diverse volte la capitolazione. Non è chiaro se questo dipenda effettivamente dalla tenuta atletica degli uomini o sia più che altro figlio di una situazione psicologica generale che porta i giocatori a “sedersi” quando ritengono acquisito un risultato. In entrambi i casi De Biasi deve lavorare con la squadra per capire le ragioni di questi cali e domenica potrebbe esserci un banco di prova importante. Con l’avversaria – almeno sulla carta – più stanca, il mister osserverà attentamente il comportamento dei propri uomini nella ripresa ed in base alla loro prestazione farà le proprie valutazioni. Sperando, così, di poter svelare l’arcano mistero.
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