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Berenguer sì. Berenguer no. La stagione dello spagnolo è un po' come fare "m'ama, non m'ama" con una margherita, perché l'esterno ex Osasuna alterna prestazioni di livello ad altre sottotono. Questo continuo oscillare, poi, si rivede anche all'interno di un singolo match e la partita con il Genoa è forse il miglior esempio.
DECISIVO - Proprio contro il Grifone, Berenguer ha giocato una prima frazione deludente. Partito sul centro-sinistra, dove ha incontrato parecchie difficoltà, è stato poi spostato da Mazzarri sul centro-destra e i risultati non si sono visti da subito. Per vedere il meglio dell'iberico si è dovuto aspettare la ripresa, durante la quale è salito il suo livello di gioco e ha così fornito l'assist decisivo per la rete di Ansaldi. Proprio in quell'occasione si è visto il potenziale del ragazzo, che ha protetto palla da centravanti per aspettare l'inserimento del terzino argentino e ha servito poi il compagno con un tocco dosato con la giusta forza e con la tempistica perfetta.
POTENZIALE - Questa giocata è l'ennesima dimostrazione delle capacità dell'esterno spagnolo, che, in questa stagione, ha portato 9 punti (sui 53 totali) al Torino tra assist e il gol con il Frosinone (potevano anche essere 12 con la rete di Udine). Per questo motivo, tenendo anche in considerazione la poca fantasia nella rosa granata, Berenguer potrà rimanere una pedina importante. La riflessione che viene scontata fare, allora, è che se il ragazzo fosse meno altalenante nell'arco di una singola partita, potrebbe essere ancora più decisivo per il Toro e i granata risolverebbero anche una parte dei problemi offensivi incontrati durante la stagione. Dunque l'interrogativo è: che giocatore potrebbe essere Berenguer se solo fosse più continuo?
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