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Alessandro Buongiorno ha parlato ai microfoni di Sportweek, nell’intervista uscita sulla Gazzetta dello Sport quest’oggi, sabato 12 agosto: il giocatore, in granata e tifoso del Toro da quando era bambino, rappresenta oggi un simbolo per i tifosi del Torino. “Abitavo a 10 minuti dallo stadio in cui mio papà mi portava a vedere il Toro, e in cui ora gioco”, racconta il difensore granata, passando per tutte le categorie fino ad arrivare in prima squadra e a leggere i nomi dei caduti di Superga il 4 maggio. “Mi tremavano le gambe”, racconta. Continua poi parlando del suo rapporto con la società, a partire dal presidente Urbano Cairo per arrivare al tecnico Ivan Juric: “Col presidente Cairo ho un bellissimo rapporto. Mi dà consigli, è una figura importante. È il presidente della mia vita. […] Juric devo ringraziarlo per la mia crescita: a lui devo la mia attitudine alla leadership e grazie a lui ho imparato a capire le cose in campo prima che succedano”. Anche nella vita privata, Alessandro Buongiorno è un uomo di successo. Laureatosi da poco, racconta come lo studio lo abbia aiutato anche nel suo approccio in campo durante le partite: “Studiare mi ha aiutato pure in campo, mi fa ragionare”. In più, aiuta e dà il suo contributo alla squadra Torino for Disable. “Faccio visita ai bambini oncologici, do una mano alla squadra Torino for Disable: un loro sorriso ti fa rendere conto di tantissime cose”. Un ragazzo, Alessandro Buongiorno, da ammirare e da cui prendere esempio. Dentro e fuori dal campo.
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