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Rivali per 90', amici uniti dallo stesso destino nella vita. Quella di Armando Izzo e Fabio Pisacane è una delle tante favole del calcio che merita di essere raccontata: la storia di due ragazzi nati e cresciuti nella povertà della periferia napoletana. Più precisamente a Scampia: in uno dei quartieri più difficili del "Bel Paese", che troppo spesso attira su di sé i riflettori della cronaca per storie di droga e criminalità organizzata. La storia di Izzo e Pisacane però, dimostra che a fare di tutta l'erba un fascio quasi sempre ci si sbagli.
LA STORIA - Il loro racconto è fatto di tante sofferenze, fatiche e rinunce, ma anche di grandi traguardi e soddisfazioni raggiunte tramite il duro lavoro e la tenacia di due ragazzi che sono stati in grado di sognare in grande; tanto in grande da varcare i confini dei limiti imposti dal contesto sociale in cui sono cresciuti. Un destino che - come detto da Pisacane nel post partita dell'ultimo Torino-Cagliari - "doveva essere cambiato" e che i due scugnizzi hanno avuto la forza e la tenacia di capovolgere a proprio favore. Alla fine hanno vinto loro: dai campetti di cemento di Scampia agli stadi di Serie A. Il loro è stato un lungo viaggio fatto di esperienze in Serie B e in Serie C, con un importante punto di contatto: ad Avellino, dove tra il 2013 ed il 2014 Izzo e Pisacane si sono ritrovati - quasi come fosse un segno del destino -, poco prima di spiccare il definitivo grande salto verso la Serie A.
IL MESSAGGIO - "In questo abbraccio sono contenute tutte le difficoltà che ci siamo messi alle spalle" scriveva su Instagram Pisacane, a pochi minuti dal triplice fischio di Torino-Cagliari del 14 aprile 2019. Una fotografia che non ha bisogno di spiegazioni: Izzo con addosso la 19 di Pisacane ed il difensore rossoblu con - a sua volta - la numero 5 granata sulle spalle. Un abbraccio che esprime al meglio i valori più puri del calcio, perché Izzo e Pisacane sono la prova che "quando c’è un sentimento il bene, alla fine, trionfa sempre". Il destino non gli ha regalato nulla, nei loro occhi brilla il fuoco del carattere di chi si è fatto da solo, in campo sono due guerrieri come lo sono stati nella loro adolescenza. Alla fine però hanno vinto loro e, come in tutte le favole, anche Izzo e Pisacane hanno avuto il loro lieto fine.
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