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Premessa doverosa: parlare del futuro prossimo del Toro non é “destabilizzare l'ambiente”; semmai, destabilizzanti possono essere i fatti, non certo il riferirli portandoli all'attenzione del pubblico.
L'argomento...
Premessa doverosa: parlare del futuro prossimo del Toro non é “destabilizzare l'ambiente”; semmai, destabilizzanti possono essere i fatti, non certo il riferirli portandoli all'attenzione del pubblico.L'argomento é il futuro prossimo della società e della squadra granata; e per quanto rimanga sempre valido il mantra tifoso “lasciamo lavorare tecnico e giocatori”, va anche riconosciuto come sia legittimo e perfin doveroso da parte del club muoversi per preparare la prossima stagione. La professionalità degli elementi (allenatore su tutti) coinvolti dai normali discorsi di calciomercato dovrebbe evitare loro di venirne toccati nel proprio rendimento lavorativo.Ciò detto, veniamo al dunque, al nome di Gian Piero Gasperini; ma iniziamo con un flashback, andando alla fine della scorsa stagione.Quando, dopo il fallimento di Lerda, Urbano Cairo decide finalmente di fare un passo indietro: “Le prossime scelte le farà il direttore sportivo”, si dice. E così é: Petrachi sceglie Ventura, cui é legato da un rapporto di reciproca stima umana e soprattutto professionale, e lo accontenta per quanto gli é possibile nelle sue richieste (contrariamente a quanto aveva fatto proprio nei confronti di Lerda). Il sodalizio ottiene, pur con le ristrettezze di budget nel quale é costretto ad operare, i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.Ventura però firma un contratto annuale, e giunti a fine Marzo, con il Torino primo in classifica come non accadeva da anni e una squadra che -parentesi degli ultimi 15 giorni a parte- sembra aver ritrovato se stessa, tale vincolo non é ancora stato rinnovato. Anzi, la proprietà sembra temporeggiare, tanto nei confronti del tecnico quanto del ds, anch'egli in scadenza.E qui si chiude il cerchio: nel Giugno del 2011, infatti, Cairo incontrò Gasperini. Non una volta sola, non é un contatto occasionale; i due parlano di un possibile accordo, e soprendentemente (l'ex Genoa aveva svariate richieste anche dalla categoria superiore) lo trovano, con tanto di dettagli economici e tecnici. Importante, in questo senso, fu allora la mediazione di Marco Ferrante, il grande bomber granata che dell'allenatore torinese é amico e sodale.Poi, il suddetto passo indietro di Cairo: fiducia al ds, si é detto, e così sia. Pur se “Gasp” rimane nel cuore del presidente, il quale nel mondo calcio ripone stima enorme in due soli allenatori: l'altro é Roberto Donadoni.Marzo 2012, si diceva, ed ecco tornare pensieri vecchi nella mente dell'editore; ecco tornare la voglia di decidere in prima persona le linee-guida del suo Torino. E riecco, anche, i colloqui fra il mister dell'Inter d'inizio stagione e l'editore alessandrino.Sì, proprio così: ancora lunghi e cordiali colloqui, e ancora una virtuale stretta di mano, nonostante continuino a non mancare le offerte al tecnico.Ventura come Fascetti? Attenzione, non stiamo parlando di decisioni già prese, né di un addio di quel professionista che tanto bene ha fatto e tanto affetto ha suscitato in seno alla tifoseria, fattore quest'ultimo da non sottovalutare nella politica cairota; ma se le strade di Mister Libidine dovessero portarlo lontano dalla Mole, semplicemente a quel punto Cairo avrebbe la soluzione in tasca.Potrebbe, Ventura, lasciare Torino? Sì, potrebbe. C'é una tempistica abbastanza precisa: tanto lui quanto Petrachi sono convinti di dover chiudere il discorso-rinnovo entro 10 giorni, altrimenti il club virerà altrove le proprie attenzioni.La sintonia con la proprietà c'é, ma non é assoluta; le garanzie tecniche che l'allenatore genovese potrebbe richiedere per la Serie A rischiano di non essere del tutto accontentate (già quest'anno in parte ciò é avvenuto), e in ultima analisi, per quanto fascino eserciti su di lui la piazza granata, c'é una possibilità cui proprio non saprebbe dire di no: la Sampdoria, che nel suo cuore rappresenta non solo “casa” ma anche “ferita aperta”, quella del fallimento nella stagione 1999/2000 di cui parla in continuazione, e che potrebbe così essere rimarginata.Le sirene sotto la Lanterna stanno cantando per Ventura, anche questo é un dato di realtà che conosciamo con certezza. Certo, se davvero le cose andassero così, in riva al Po cambierebbe molto: ad iniziare dalla dirigenza, con Petrachi (in foto M. Dreosti) che parimenti lascerebbe Torino (forse proprio per la Genova blucerchiata, stante il prossimo addio di Pasquale Sensibile). A chi? Radiomercato parla di Capozucca, ma qui ci mancano conferme di prima mano, dunque evitiamo di spacciare per sicurezze cose che sicure non sono.Anzi, di tutto quanto riferito non v'é certezza; nel calcio, questa arriva solo con le firme dei contratti, mentre fino ad un minuto prima si resta nel campo delle possibilità.Ad oggi, però, registriamo come tutti gli elementi sopracitati siano assolutamenti reali, e concorrano a creare un disegno più che plausibile.Doveroso riportare quanto sappiamo ai lettori, torniamo immediatamente all'oggi: al lavoro che Ventura fa con una squadra che, purtroppo, perde i pezzi, e ad una promozione che é davvero alla portata di un Toro ritrovato.
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