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Torino, che discrepanza tra tiri e gol fatti: a Juric serve una squadra più cinica

Irene Nicola

I dati forniti dalla Lega Serie mostrano una netta discrepanza tra il numero di tiri e quello di gol siglati nella prima parte della stagione.

A questo Torino si è spesso rimprovata una mancanza di incisività sotto porta. Una considerazione nata guardando a questo inizio di campionato, in cui i granata - lo ha ammesso anche il tecnico Ivan Juric - non sono riusciti a raccogliere in punti quanto di buono seminato con le prestazioni. E molto ha anche a che vedere con il fattore gol. I dati raccolti dalla Lega Serie A lo confermano, testimoniando una discrepanza netta tra reti siglate e tiri tentati.

GOL - Il Torino ha segnato 15 gol in 12 partite, con una media di 1.25 reti per match. Non un numero esaltante per i granata, che si trovano 14esimi in questa classifica a pari merito con Sampdoria e Udinese, quest'ultima prossima avversaria della squadra di Juric. Solo Cagliari, Spezia, Salernitana e Venezia sono stati meno prolifici. In più in questa prima parte di stagione sono già 4 le gare in cui il Torino non è riuscito ad andare a rete (Juventus, Napoli, Milan e Spezia). Una difficoltà oggettiva che è stata evidenziata più volte e che ha posto il quesito del possibile passaggio dal 3-4-2-1 al 3-4-1-2 per aumentare il peso offensivo dei granata, opzione scartata da Juric dopo il match contro la Fiorentina e riproposta solo un paio di volte nei finali di gara quando c'era da recuperare un risultato.

TIRI - Se ci si fermasse al dato dei gol segnati però si avrebbe un'idea distorta della gestione della fase offensiva da parte della squadra di Juric. I granata segnano poco, ma non per questo non creano situazioni di pericolo. Lo confermano ancora una volta i dati, che piazzano il Torino al settimo posto nella classifica dei tiri complessivi nelle 12 giornate disputate fin qui, ben 161 - hanno fatto meglio solo Roma, Napoli, Atalanta, Inter, Milan ed Empoli; appaiata invece la Juventus. Manca quindi lucidità sottoporta, ma non la predisposizione a creare situazioni potenzialmente pericolose. Servirà ora far corrispondere all'incisività il cinismo, una necessità che è già al vaglio di Juric.