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"Vincere aiuta a vincere. Il successo del Torino contro l'Atalanta una settimana fa non è servito solo in termini di punti, ma anche e soprattutto in un'ottica di riscoperta della fiducia in sé, dopo un periodo negativo. Con l'1-0 di Bergamo alle spalle, i granata sono arrivati molto più sereni al match interno con il Bologna, e la serenità si è intravista in ogni pallone gestito da Glik e compagni nel corso della partita.
"Il pericolo di una squadra che partisse a testa bassa per aprire un varco nella serrata difesa rossoblù era concreto; quello che si è visto in campo, invece, era un Torino padrone non solo dei suoi mezzi ma anche dei ritmi del gioco, capace finalmente di gestire le varie fasi della partita senza bisogno di spingere al cento per cento per trovare la combinazione giusta. E' un Torino che ha giocato dal 1' al 74', nonostante il gol tardasse, nello stesso modo, ragionando e aspettando sempre il momento proficuo. Piaccia o no, ieri sera questo atteggiamento ha dato i suoi frutti: l'imbeccata giusta è arrivata quando molti già si erano rassegnati - e gli altri pregustavano - lo 0-0. Che l'autore del gol fosse Belotti, poi, ha moltiplicato la gioia di tutti, pronti, d'ora in avanti, a scommettere sul definitivo salto di qualità del Gallo, che finora aveva abituato solo a molta quantità.
"La rete sul finire di Vives, infine, oltre alla prodezza del gesto tecnico - quanti centimetri c'erano per metterla dentro? - e alla gratificazione per uno dei simboli sul campo del Toro venturiano, testimonia la bontà del già citato atteggiamento dei granata, spesso abituati a subire i forcing degli ultimi minuti di avversari alla ricerca del pareggio: il mediano che si sgancia dalla sua posizione di competenza su un rilancio lungo del portiere per andare a pressare la difesa è sintomo di una maturità e di un'aggressività (sportiva) che tanto di buono possono ancora portare alla causa granata. Ventura l'ha capito, definendo questa come la partita più bella della stagione. Sono lontani i tempi in cui lo stesso Vives rilanciava frettolosamente allo scadere una punizione sui piedi avversari per l'azione che avrebbe portato al rigore di Eder in un Sampdoria-Torino 2-2 di 2 anni fa. Questo Toro è cresciuto.
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