Torino-Palermo per i granata è da considerarsi un mezzo flop e non un flop completo solo in ragione della bella reazione nei secondi 45 minuti di gioco che ha portato la squadra di Sullo (Ventura era in tribuna squalificato) a sfiorare la vittoria più per forza di volontà e carattere che per il gioco espresso.
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Torino, contro il Palermo mezzo flop e i soliti errori
Il giudizio del mezzo flop va spiegato per l'inefficienza tattica e fisica esibita da Glik e compagni soprattutto nei primi 25 minuti di gioco dove hanno subito il pressing aggressivo e alto dei rosanero ben disposti in campo da mister Iachini.
Troppi gli errori di disimpegno dei ragazzi allenati da Ventura, troppe volte i giocatori granata hanno mal controllato il pallone regalandolo agli avversari (Quagliarella, Farnerud, Vives, El Kaddouri). Se a ciò ci mettiamo l'imprecisione nei cross di Darmian, bravo a spingere ma meno quando deve mettere palla in mezzo all'area, la mollezza di El Kaddouri al limite dell'intolleranza, l'intesa che non c'è in attacco e soprattutto le difficoltà a costruire una manovra che sia degna di questo nome allora si può spiegare il mezzo flop granata di ieri collegato ad un primo tempo quasi inguardabile. Il quasi è perché i granata non si sono persi per strada e hanno tentato di recuperare grazie alla forza di volontà che ha portato al pareggio di Martinez. Poi il solito errore ha permesso al Palermo di chiudere con una prodezza di Dybala in vantaggio la prima fase di gioco.
Già, questi soliti errori, questi regali imperdonabili che i granata sembrano voler donare a tutti i costi partita dopo partita ai propri avversari. Ieri prima El Kaddouri e poi la ditta Peres-Gillet si son trasformati in Babbo Natale portando di fatto due gol preziosissimi per i palermitani.
Poi la reazione granata dal minuto 46' in avanti è arrivata, è vero, ma perché questo Toro si deve per forza trasformare solo quando la strada è già in salita e si è sotto di gol? Si può apprezzare la volontà della squadra nel voler recuperare la partita, ma è innegabile che non si può essere contenti della prestazione sui 90 minuti complessivi giocati. E' successo ieri ed è successo quasi sempre in questa stagione. Ma perché prima questo Toro gioca fare il "bell'addormentato" e poi dopo aver ricevuto uno schiaffo si risveglia improvvisamente e reagisce imbufalito?
Nei primi 45 minuti di gioco si è visto un Toro da serie B, senza idee, subendo troppo i tre avanti del Palermo che andavano a pressare i difensori e centrocampisti granata preposti a costruire l'azione di gioco. Poi la forza di volontà, il carattere, la paura di perdere la quarta partita consecutiva, ha portato il Toro ha sfiorare anche la vittoria. Meno male che è uscito almeno il carattere della squadra, perché dal punto di vista tecnico-qualitativo si sono viste delle lacune non indifferenti: in attacco i due titolari han giocato senza alcuna intesa, senza mai cercarsi, senza un fraseggio. Martinez nonostante il bel gol ha sprecato troppo in avanti e Quagliarella ha perso di mira la porta. Il centrocampo granata dal punto di vista della costruzione del gioco e del supporto per le punte è praticamente inesistente, non c'è un giocatore che sappia davvero mettere palloni per le due punte. I due passaggi per i gol granata sono arrivati uno da Moretti e l'altro su angolo di Peres. In mezzo al campo nessuno ha fatto diga per la retroguardia, nè Vives - apparso stanco e sulle gambe ma almeno combattivo - nè El Kaddouri apparso svogliato e indisponente nella sufficienza con cui gioca a pallone, mentre un po' meglio ha fatto Farnerud ma ancora lontano da una condizione atletica importante.
E meno male che ci son quei tre in difesa, che sbagliano poco o quasi nulla sfornando assist e gol. Perché Moretti, Glik e Maksimovic sono la vera ricchezza di questo Toro. Glik poi è stato il tipico vero capitano che non si arrende mai e che con un incornata ha trasformato il flop di una partita in mezzo flop. Il Toro ha soli 13 punti, ha ritrovato i gol ma non il sorriso visto che non vince da troppo, tanto, tempo.
E' un Toro da sostenere, questo sì, ma non è di certo il Toro che i tifosi si aspettavano di veder giocare quest'anno. La strada adesso è davvero in salita e non c'è più tempo per pensare. Non può bastare approdare ai sedicesimi di finale in Europa League giocandosi ad alto rischio il campionato. Il mercato di giugno - vedendo oggi il Toro e le sue prestazioni e la classifica - non può di certo considerarsi positivo, troppi i punti interrogativi tra i giocatori arrivati quest'anno e poche le note liete (solamente due Peres e Jansson). Si spera sempre che i punti interrogativi diventino presto risposte positive, ma il tempo è tiranno e non si può più aspettare. E' tempo di correre al mercato di riparazione, ma che sia una vera riparazione.
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