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Torino, chi è l’obiettivo Cuiabano: esterno con potenziale ma ancora acerbo

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Nell'ultima stagione ha vissuto due fasi: nella prima parte ha giocato tanto fino a quanto il Gremio ha giocato con il 3-4-2-1, ma con la difesa a 4 ha perso il posto
Roberto Ugliono Caporedattore settore giovanile 

Cuiabano non è di certo un fenomeno, ma nemmeno un giocatore che fa storcere il naso. È uno dei tanti giovani brasiliani ancora discolo dal punto di vista tattico, ma con capacità atletiche e tecniche interessanti. Il Torino ha messo la lente d'ingrandimento su di lui perché per certi versi è esattamente ciò che sta cercando Juric: un esterno tutta fascia con tanta gamba e un piede interessante. Il problema, oltre al recente infortunio, è che nella sua stagione d'esordio in prima squadra non ha impressionato così tanto il suo allenatore Renato Portaluppi (sì l'ex Roma, che tanto bene ha fatto in Brasile, ma che in Italia non sbocciò).

Torino, chi è Cuiabano: l'identikit

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Partiamo da una premessa. A inizio stagione il Gremio era una neopromossa che voleva semplicemente salvarsi e puntare a una qualificazione in Copa Sudamericana (l'Europa League del continente latino). Al giro di boa il Tricolor si è ritrovato a poter lottare per la Libertadores e nel finale addirittura per il titolo poi vinto dal Palmeiras. Per questo a un certo punto le scelte sono ricadute sui giocatori di maggior esperienza, cosa che a Cuiabano manca notevolmente. Il giovane classe 2003 (compirà 21 anni il 16 febbraio) ha grande duttilità, ma allo stesso tempo va inquadrato in campo. Spesso si lancia in discese in solitaria che poi svaniscono in un nulla di fatto. Tecnicamente è un buon giocatore e ha un ottimo sprint, ma se non messo a servizio della squadra diventa poco utile. Però rimane un giovane acerbo su cui si può lavorare. La sua capacità di giocare sia come esterno tutta fascia sia come trequartista (con risultati meno positivi) lo rende un ragazzo che può davvero fare bene.

Portaluppi infatti a inizio stagione ci ha puntato. La solfa è cambiata quando l'allenatore e idolo del Gremio ha cambiato modulo passando dal 3-4-2-1 al 4-3-3. Come terzino sinistro il tecnico ha puntato sull'esperienza di Reinaldo e così Cuiabano è finito relegato in panchina. Fino a quel momento, però, era un elemento importante del Tricolor, tanto da aver segnato sia in campionato contro l'Athletico Paranaense sia in Copa do Brasil. In quest'ultimo caso, oltre ad aver segnato la rete qualificazione del Gremio, era subentrato come esterno offensivo. Il cambio modulo poi l'ha penalizzato, ma ha anche evidenziato il suo difetto più grande: difensivamente non dava abbastanza garanzie. Nonostante tutto, rimane un ragazzo su cui si può lavorare e i frutti potrebbero essere interessanti. Cuiabano sulla fascia mancina può fare la differenza. Nell'uno contro uno è molto bravo, sapendo strappare lasciando sul posto il proprio marcatore. Al Toro, nel caso dovesse approdare in Italia, servirà pazienza nell'aspettare che il ragazzo possa integrarsi e apprendere. Il potenziale c'è.

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