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foto Paolo Pavan
Il 3 febbraio 2020 finì ingloriosamente, dopo poco più di due anni, l'avventura di Walter Mazzarri sulla panchina del Torino. Un'avventura cominciata il 4 gennaio 2018 con la scelta di Cairo di designare l'esperto tecnico toscano come successore di Sinisa Mihajlovic. Nelle intenzioni era l'inizio di una storia d'amore destinata a durare a lungo, e invece dopo due anni e un mese il matrimonio giunge al termine. Nonostante un gruppo che sembrava fatto apposta per l'allenatore e la standing ovation della Maratona durante Torino-Lazio, ultima partita del campionato 2018/19, nel giro di poco tempo arrivano solo striscioni di contestazione. L'avventura di WM sulla panchina del Torino è così, inevitabilmente, arrivata al capolinea.
AVVIO - Tutto è partito con un 3-0 al Bologna che il 6 gennaio 2018 battezzò l'esordio di Mazzarri sulla panchina del Torino. Due anni in cui il tecnico di San Vincenzo sembrava destinato a dare inizio ad un ciclo di crescita, fondato sulla costruzione di una squadra che non ha mai avuto un gioco brillante ma comunque possedeva un'identità ben delineata. Il suo primo anno in granata si chiude con 29 punti in 18 giornate: una squadra che è un cantiere aperto, ma che dà la sensazione di avere possibilità di crescita. La svolta infatti arriva l'anno seguente, il 2018/2019, con il 3-5-2: marchio di fabbrica di WM. Il campionato parte in sordina, ma le soddisfazioni alla fine arrivano: il Torino chiude al settimo posto in classifica a quota 63 punti e si qualifica ai preliminari di Europa League grazie anche alla penalizzazione del Milan. Sembra l'inizio di una grande storia d'amore, ma qualcosa non va come dovrebbe.
DECLINO - Il calciomercato operato dalla società non convince fino in fondo ed il Torino vede infrangersi il sogno Europa League ai preliminari, ancor prima di cominciare. Così, dopo le prime due vittorie contro Sassuolo e Atalanta, iniziano i problemi. Proprio il Lecce di Liverani, 16 settembre 2019, apre le prime polemiche in casa Toro. La squadra inizia un cammino fatto di alti e bassi. Il rinnovo di contratto del tecnico, che sembrava una formalità a inizio settembre, viene congelato; poi il rapporto tra l'allenatore e la piazza si guasta definitivamente il 26 ottobre successivo con le dichiarazioni di Mazzarri su Chiellini mai veramente digerite dal popolo granata. Le cose sembrano precipitare una prima volta, in quel Lazio-Torino 4-0 di fine ottobre 2019 ma il presidente Cairo conferma il suo allenatore e manda la squadra in ritiro. Il Torino visto appena sei mesi prima non c'è più, ci sono chiare avvisaglie del possibile naufragio del progetto tecnico, ma Mazzarri riesce comunque ad arrivare al giro di boa con 27 punti: gli stessi di un anno prima. Ma la prima positiva settimana del 2020 (vittorie con Roma e Bologna in campionato e col Genoa in Coppa Italia) è solo un'illusione perché il giocattolo si rompe definitivamente. Il Toro inizia a crollare nell'intervallo della sfida di Reggio Emilia contro il Sassuolo: nel secondo tempo la squadra, in vantaggio di un gol, sparisce dal campo e si fa ribaltare. Poi arriva il 25 gennaio 2020, la data dello storico 0-7 casalingo contro l'Atalanta: il peggior risultato in 113 anni di storia del Torino tra le mura amiche, una macchia indelebile (risultato poi eguagliato nel maggio 2021 da Nicola contro il Milan). La squadra viene anche eliminata anche dalla Coppa Italia e, a distanza di pochi giorni, perde 4-0 contro il Lecce senza lottare.
I NUMERI - Ciò che è rimasto di Mazzarri nella storia del Torino sono i suoi numeri. Come il record di 63 punti raccolti nella stagione 2018/2019: il miglior risultato del club nella storia della Serie A dei tre punti a vittoria. Il tecnico di San Vincenzo, nella sua esperienza granata, ha messo a referto un totale di 119 punti raccolti in 78 partite di Serie A: una media di 1.525 a partita. Come dimenticare poi i 7 risultati utili consecutivi raccolti nelle prime giornate del girone di ritorno del 2019, che il Torino chiuse poi con 36 punti: la quarta squadra della Serie A in quell'intervallo di tempo.
IL RITORNO - In data 27 febbraio 2022 Mazzarri è poi tornato all'Olimpico Grande Torino alla guida del Cagliari per sfidare i granata di Ivan Juric. Il risultato finale di 1-2 suona come una delle classiche beffe per i tifosi del Toro, la partita è stata inoltre decisa da un certo Raoul Bellanova che, allora in forza con i sardi, segna al 21' il gol dello 0-1. Alla fine della partita Mazzarri si toglie qualche sassolino dalla scarpa parlando del Torino in questi termini: "Credo che nella vita bisogna parlare coi fatti. Da quando sono andato via io hanno cambiato una caterva di allenatori e mancava poco che ci si dovesse salvare la partita all’ultima giornata se non avessero pareggiato con la Lazio l’anno scorso. Mi ricordo quando siamo tornati in Europa dopo tantissimo tempo, il record di punti... Poi ci sono state cose che non mi sono piaciute e mi sono dimesso, avrei dovuto farlo prima. Poi abbiamo visto quello che è successo dopo".
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