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Torino, delusione Lyanco: tra sfortuna ed errori non ha ripagato il club

Torino, delusione Lyanco: tra sfortuna ed errori non ha ripagato il club

L'avventura al Torino per Lyanco non è stata positiva. Il brasiliano non ha ripagato le aspettative del club

Gianluca Sartori

Quando Lyanco arrivò al Torino, era diffusa in molti la sensazione che l’allora direttore sportivo Gianluca Petrachi si fosse assicurato un potenziale crack della difesa. Il club granata chiuse l’accordo con il San Paolo (per 7 milioni più 2 di bonus) a marzo del 2017, facendo sbarcare il difensore brasiliano in Italia con mesi di anticipo sulla sessione estiva di mercato per superare la concorrenza di diversi club (tra cui, si vociferava, ci fosse anche la Juventus) e per accelerare il suo percorso di ambientamento nella nuova realtà. Quattro anni e mezzo dopo, Lyanco è vicino a firmare con il Southampton: il bilancio dell’esperienza al Torino non può dirsi positivo, non solo per le ultime settimane in cui di fatto è stato un separato in casa.

QUANTI INFORTUNI - E che le cose non sarebbero andate bene forse si poteva capire dallo sfortunato inizio della sua avventura. Rewind: è il luglio del 2017 quando nelle prime settimane di lavoro estivo con Mihajlovic, Lyanco viene fermato da una forma di tonsillite, infezione virale che si contrae ben più spesso nella stagione fredda. Ma i problemi veri iniziano nel dicembre successivo, quando il brasiliano si procura un allenamento un trauma contusivo-distorsivo al collo del piede sinistro con interessamento osseo. Nel febbraio 2018 arriva un altro trauma sempre allo stesso piede che complica notevolmente la situazione. Una vera disdetta. Il Torino si affida ai migliori specialisti per capire il da farsi e permette al difensore di effettuare le cure (che comprendono anche una operazione chirurgica) in Brasile. Risultato? Lyanco si rivedrà nel dicembre del 2018, a un anno di distanza dall’ultima gara ufficiale disputata.

 Ritiro Santa Cristina 2021, Lyanco

PRESTITO E RINNOVO - Nel gennaio del 2019 il Torino decide di dare Lyanco in prestito secco al Bologna guidato da Mihajlovic, per permettergli di giocare con continuità. Scelta azzeccata perché in Emilia il difensore diventa un perno della formazione rossoblù. Quei sei mesi mettono in mostra il miglior Lyanco, un difensore tosto fisicamente, feroce agonisticamente e bravo tecnicamente in grado di attirare su di sé attenzioni di club nostrani ed esteri. Nell’estate 2019, tuttavia, il Torino rifiuta ogni offerta e blinda il giocatore con un rinnovo sino al 2024, puntando forte sulla sua definitiva affermazione. Lyanco però con Mazzarri non ingrana, a differenza del compagno di reparto e connazionale Gleison Bremer. E ci si mette di mezzo ancora la sfortuna: nel novembre 2019 rimedia con la nazionale olimpica brasiliana un altro grave infortunio al ginocchio destro. Altri due mesi di stop e ritorno nel 2020.

DELUSIONE - Una volta che gli infortuni lo lasciano in pace, Lyanco ha l’occasione di tornare a giocare con continuità, ma – problematiche Covid a parte – il suo rendimento non decolla come ci si poteva aspettare: nel post-lockdown con Longo in panchina non brilla, e nelle settimane successive finisce sul mercato. Le dinamiche di una sessione estiva del tutto particolare però lo riportano al centro del Torino: alla guida c’è ora Giampaolo, che spesso preferisce Lyanco a Nkoulou. Il classe 1997 gioca un girone d’andata da titolare fisso, ma rimane pienamente coinvolto nelle difficoltà di una squadra che arriva a Natale da ultima in classifica. Giampaolo viene esonerato nel gennaio successivo facendo posto a Davide Nicola che appena può fa una scelta ben precisa, quella di ridare le chiavi della difesa a Nkoulou mettendo ai margini Lyanco. Da febbraio in poi il brasiliano gioca solo quando il compagno è fermato dal Covid o dal turnover: il Torino arriva alla salvezza, lui non è protagonista e torna a chiedere la cessione. Il consuntivo finale dunque costringe a sottolineare che Lyanco, per colpa della sfortuna ma non solo, non ha ripagato sul campo le attenzioni e gli investimenti del club.

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