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Per utilizzare un termine tipico di tennis o pallavolo si può parlare di set point, se invece la vogliamo paragonare ad una tappa ciclistica è l’inizio dell’ultima scalata, quella più dura, superata la quale si...
Per utilizzare un termine tipico di tennis o pallavolo si può parlare di set point, se invece la vogliamo paragonare ad una tappa ciclistica è l’inizio dell’ultima scalata, quella più dura, superata la quale si può guardare tutto il resto dall’alto, con la voglia di arrivare il più in fretta possibile alla linea del traguardo.
Torino-Reggina è tutto ciò, una grossa possibilità di fuga a nove giornate dal termine della stagione regolare per la squadra di Ventura, che ha davvero la possibilità di compiere l’allungo decisivo e affrontare poi l’ultimo tratto di strada con il pieno controllo della situazione. Questa sera al comando potrebbe esserci un gruppetto di tre, per tornare alla metafora ciclistica, ma potrebbe essere anche più ridotto se qualcuno dovesse sentire la fatica dei chilometri percorsi e andare in difficoltà sulle rampe di questa ultima montagna della B, che per il Verona di Mandorlini si chiama Brescia e per il Sassuolo Modena, un derby che può regalare sorprese.
Il Toro, oltre al vantaggio del fattore campo, può sfruttare la stanchezza maggiore della Reggina, che è scesa in campo nel posticipo di lunedì sera e torna a giocare a distanza di neanche 96 ore, ma dovrà cancellare la tradizione che in questa stagione lo vede rallentare in quelle partite che gli possono permettere il balzo in avanti. Troppo ghiotta questa opportunità per essere sprecata da un Toro che due partite consecutive non le ha, comunque, praticamente mai sbagliate.
(foto N.Campo)
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