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Torino e River Plate: la storia della “Eterna Amistad” nata il 26 maggio 1949

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Memorie / Settantuno anni fa l'amichevole in memoria degli "Invincibili" che commosse l'Italia: la storia del match tra il Torino "Simbolo" e il River Plate
Redazione Toro News

Quella tra il Torino e il River Plate è la storia di una lunga amicizia che dura ormai da settanta cinque anni. Una di quelle amicizie rimaste immutate nel tempo nonostante la distanza, forse perché nate nelle avversità. Torino e River, infatti, incrociano per la prima volta il proprio cammino il 26 maggio del 1949: poco più di tre settimane dopo il disastro aereo che aveva portato via per sempre gli "Invincibili" di capitan Valentino Mazzola.

Non una scelta casuale da parte del presidente del club di Buenos Aires, Antonio Vespucio Liberti - argentino di nascita, ma figlio di due italianissimi emigranti di Genova -, che in quegli anni presiedeva il club considerato da molti la seconda squadra più forte del mondo. Proprio alle spalle di quel Grande Torino che non aveva mai avuto modo di incrociare sul campo, ma di cui volle omaggiare simbolicamente la scomparsa con un gesto di estrema fratellanza. Il River, infatti, tra il 1941 e il 1947 rappresentava il meglio che il calcio sudamericano potesse offrire: quattro campionati argentini vinti in sei anni e tre Coppe Ricardo Aldao. Sempre trascinato da un giovane attaccante che scriverà la storia del calcio mondiale negli anni a venire: Alfredo Di Stefano.

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Il River parte da Buenos Aires il 23 maggio e dopo 34 ore di volo e tre scali a Rio de Janeiro, Dakar e Lisbona atterra all'aeroporto di Roma, dal quale - il giorno seguente - parte alla volta di Torino. Il 25 maggio - data particolare, perché giorno della fondazione del club di Buenos Aires - il River si reca prima in visita a Superga e poi fuori dallo stadio Comunale, dove issa una lapide portata per l'occasione dall'Argentina. L'amichevole non si disputerà al Filadelfia come potrebbe sembrar scontato, bensì allo Stadio Comunale. Le ragioni dietro a questa scelta sono di natura meramente economica: parte del ricavato dei biglietti, infatti, sarebbe andata alle famiglie delle vittime e i 40.000 del Comunale avrebbero garantito entrate maggiori (si parla di circa 20 milioni di lire) rispetto ai 9.000 del Filadelfia.

Quella che va in scena quel 26 maggio 1949, in realtà, più che una partita amichevole è un "memoriale sportivo" tra ventidue giocatori. Del Grande Torino, infatti, in campo c'è solo la maglia. Già, perché a scendere in sul terreno di gioco tra le fila di quello che per l'occasione venne rinominato Torino "Simbolico" c'erano i grandi campioni delle altre squadre di Serie A: Juventus, Inter, Milan, Fiorentina e non solo. Giocatori del calibro di Sentimenti IV, Boniperti, Nyers e Nordahl: proprio quegli avversari che negli anni avevano dato battaglia agli "Invincibili", uscendone (quasi) sempre sconfitti. Il match si concluderà 2-2, con i gol di Nyers, Labruna, Annovazzi e Di Stefano. Un pareggio rimasto nella storia di entrambi i club, che da quel giorno hanno stretto un rapporto di "Eterna Amisidad" che persiste tutt'oggi. Un'amicizia coltivata con omaggi reciproci nel corso degli anni: dalle maglie bianche con la banda rossa sfoggiate dal Torino a quelle granata con tanto di tori rampanti del River.