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Torino, Filadelfia ancora chiuso: manca un protocollo per gli allenamenti
Anche in zona bianca vige il divieto di assembramenti. E nonostante sia stato varato il green pass per permettere alle persone vaccinate di sottrarsi a determinate restrizioni, per gli allenamenti delle squadre di Serie A non esiste un protocollo ad hoc che indichi alle società quante persone far accedere all’impianto, quali precauzioni adottare, quali controlli effettuare. Ecco, in sintesi, perché il Torino per ora inizia la stagione ancora a porte chiuse. Il Covid al momento sembra aver allentato la propria morsa, ma la pandemia non è finita e le istituzioni continuano, ragionevolmente, a chiedere prudenza.
LA POSIZIONE DEL CLUB - Il Torino, dal canto suo, avrebbe l’interesse a tendere una mano ai propri tifosi: è questo l’orientamento che emerge in seno al club granata, che – nel contesto di una stagione che deve essere quella del riscatto - spera di poter quanto prima ricreare un clima di unione tra tifosi e squadra, dopo che per una stagione e mezza nessuno o quasi ha potuto andare allo stadio o al Filadelfia a vedere un allenamento. Servono, però, regole chiare che dettino responsabilità precise, alle quali attenersi.
IL FUTURO – Da giorni le istituzioni calcistiche parlano di un protocollo ad hoc per gli allenamenti, che dovrebbe essere pubblicato nei prossimi giorni. Il Torino, come gli altri club di Serie A, è in attesa di questo. Diverso è poi il discorso per quanto riguarda le partite di campionato, con la Lega di Serie A che ha appena domandato al governo il ripristino delle porte aperte al 100% della capienza. Le società chiedono di adeguarsi ai principali campionati europei: Francia, Spagna e Inghilterra hanno già annunciato porte aperte ai tifosi dalla prossima stagione. L’Italia è ancora ferma al 25%, quota che le società considerano inaccettabile: se la soglia non verrà alzata i club sono pronti a non presentarsi per la ripartenza. Di questo tema si dibatterà ampiamente nei prossimi giorni.
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