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gazzanet
"Una partita da 0-0: quel Torino-Genoa del 13 aprile 2014 sembrava destinato a finire con uno scialbo pareggio a reti bianche, vista la trama per ben 85 minuti, in cui sia i granata che i rossoblù fecero più attenzione a non farsi male che ad attaccare. Ma poi, al minuto 86, il lampo: Alberto Gilardino, imbeccato da Stefano Sturaro, spedì in porta da pochi passi un pallone che per il Toro pesava tantissimo. Una sconfitta casalinga che avrebbe reso realmente complicata la corsa all'Europa, per altro già non facile.
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"In quel Torino, però, spiccavano i nomi di due giocatori destinati ad entrare nella memoria dei tifosi, Ciro Immobile ed Alessio Cerci. Iniziato il recupero, il Toro cercò di pareggiare quantomeno il match, per limitare i danni e portare a casa un punto: ci pensò proprio l'attuale centravanti della Lazio che, dal limite dell'area di rigore, si inventò un tiro a giro di destro meraviglioso, che si insaccò in rete. Una gioia per gli occhi, una realizzazione spettacolare, con i tifosi sugli spalti che si scatenarono. Ma il bello doveva ancora venire.
"Neanche il tempo di gridare al cielo il nome di Ciro Immobile, ed ecco che la partita riprese: Alessandro Gazzi recuperò appena fuori dal cerchio di centrocampo il pallone che doveva gestire il Genoa, lo diede ad Alessio Cerci che aprì al massimo la valvola della genialità. Doppio passo, un avversario saltato e l'ex Roma si ritrovò al limite dell'are, praticamente nello stesso punto di Immobile: da lì sganciò un mancino violento, velenoso, che si infranse sul palo internò ed entrò in porta. Il boato fu assordante: il Torino riuscì a rimontare un match dato ormai per perso con due gesti tecnici da urlo, ancora oggi negli occhi di tutti i supporters granata.
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