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toro
di Paolo Morelli
Giocata in posticipo serale, Toro-Genoa doveva interrompere l’epidemia di pareggi, dalla quale mai la squadra granata sarebbe guarita. Toro che fino a quel punto aveva vinto...
di Paolo Morelli
Giocata in posticipo serale, Toro-Genoa doveva interrompere l’epidemia di pareggi, dalla quale mai la squadra granata sarebbe guarita. Toro che fino a quel punto aveva vinto poco, ma anche perso poco. Tre sconfitte in tredici partite a fronte di due vittorie, e otto pareggi.Toro che si proponeva con un insolito 4-3-3. In porta Sereni, in difesa Comotto, Natali, Di Loreto e Dellafiore schierato sulla fascia sinistra. Il centrocampo si componeva con Lanna a sinistra, Corini al centro e Zanetti a destra. Davanti i “tre tenori”, Rosina, Recoba e Di Michele, liberi di spaziare e di inventare. Ma nessuna punta di ruolo.Dopo un primo tempo tutto sommato equilibrato dove spiccava la sterilità offensiva dei padroni di casa, è il Genoa a passare in vantaggio al 47’. Un contropiede fulminante conclusosi con un intervento in spaccata del capocannoniere Borriello, abile a deviare in porta un cross dalla sinistra. Novellino inserisce Ventola per Recoba. Il modulo diventa così un 4-3-2-1, con Di Michele e Rosina a supportare l’unica punta appena entrata. Dopo una concitata azione offensiva è Lanna a spedire in rete il pallone dell’1-1 dopo una piccola mischia nell’area ligure.Il Genoa continua ad essere pericoloso, ma il Toro appare un po’ più equilibrato, anche se sempre sterile in attacco. Malonga e Motta rilevano Rosina e Di Michele nel finale. È il fallimento dei cosiddetti “tre tenori” che, da quella partita, non saranno mai più schierati in campo tutti insieme dall’inizio.Ma Torino-Genoa è anche la partita delle decisioni assurde dell’Osservatorio. In seguito ai frequenti disordini negli stadi, fu vietato di seguire le squadre in trasferta ad alcune tifoserie, tra cui i tifosi rossoblu. Decisione assolutamente insensata dato il noto gemellaggio tra Toro e Genoa.
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