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Con l'arrivo della primavera il campionato inizia ad entrare sempre più nella fase focale e tutti i nodi, piano piano, ricominciano a tornare al pettine. Nel periodo di calo forse più grave che sta attraversando la truppa di...
Con l'arrivo della primavera il campionato inizia ad entrare sempre più nella fase focale e tutti i nodi, piano piano, ricominciano a tornare al pettine. Nel periodo di calo forse più grave che sta attraversando la truppa di Giampiero Ventura da inizio stagione - dove "grave" è un termine fin esagerato pur parlando in termini di punti, 1 in due partite, e in prestazioni, tra Verona e in parte Juve Stabia - il Torino ospiterà sabato all'Olimpico la compagine che, col senno di poi, pose la prima macchia sul cammino granata in campionato.
La sconfitta di Gubbio, di misura, maturata al Barbetti interruppe l'imbattibilità della compagine di Ventura che fino ad allora in campionato non aveva conosciuto battute d'arresto.
Come già per altre formazioni in questi ultimi, tristi, anni di militanza in cadetteria (vedi Portogruaro, Juve Stabia o Nocerina) quell'occasione fu la prima sfida ufficiale che vide opposte le due compagini - eccetto, l'anno prima con Lerda in panchina, un'amichevole, per la cronaca persa pure quella, durante il ritiro di Norcia - e la sorte non sorrise ai Granata: un'incomprensione Ogbonna-Coppola regalò il pallone a Ciofani che ebbe gioco nel facile nel portare i suoi in vantaggio, ma soprattutto la gara fu molto difficile per un Torino in difficoltà a centrocampo e bersagliato di fischi dal pubblico di casa a causa di un intervento scomposto, seppur regolare, di Glik che costrinse Buchel al ricovero in ospedale.
Quella circostanza fu anche teatro di un'altra coincidenza: dopo un avvio di campionato tutt'altro che positivo, infatti, sulla panchina dei lupi rossoblu si era seduto Gigi Simoni, vecchia conoscenza del mondo granata, in sostituzione dell'esordiente Fabio Pecchia.
Senza andare troppo a rimuginare su quello che è stato, comunque, la partita di sabato per il Torino potrebbe assumere un significato doppiamente importante: una vittoria sul Gubbio da un lato andrebbe a chiudere metaforicamente quel cerchio di malasorte aperto dalla prima sconfitta stagionale di Ventura e dall'altro sarebbe il segnale, tanto atteso, che Verona ma soprattutto il primo tempo contro la Juve Stabia siano stati soltanto episodi isolati, dettati vuoi dalla stanchezza accumulata, vuoi da un calo di tensione, vuoi dalla trasferta troppo lontana.
Un appuntamento, quindi, che contrariamente a quanto previsto sulla carta, si presenta al Torino come molto importante e, se c'è un pregio che nonostante qualsiasi periodo di calo o di flessione non si può non riconoscere ai granata quest'anno, sicuramente la truppa di Ventura saprà non mancare l'appuntamento.
(foto N.Campo)
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