Si è conclusa ieri l'avventura di Simone Verdi al Torino, ceduto a titolo definitivo al Como. Un percorso travagliato, fatto di aspettative non rispettate, di ritorni e nuove partenze. Una parabola negativa per l'acquisto ad oggi più oneroso dell'era Cairo, quel Verdi che a Torino era già arrivato da ragazzino e che vi era tornato per incidere, senza però riuscire a lasciare il segno in maglia granata.
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Torino, il bilancio di Verdi in granata: l’acquisto più caro è uno storico flop
Torino, la parabola di Verdi in granata: i primi passi con Ventura
—La storie di Verdi e del Torino si intrecciano nel 2011. Il trequartista, cresciuto nelle giovanili del Milan, viene ceduto in compartecipazione ai granata di Ventura, ai tempi in Serie B. Il 21 agosto fa l'esordio in Coppa Italia, subentrando al 65' a Stevanovic nella gara persa con il Siena per 1-0. Poi arriva la prima in Serie B da titolare nel 4-4-2 di Ventura contro l'Ascoli, match vinto per 2-1 (gol di Bianchi e Oduamadi). Il Torino chiude secondo quel campionato e festeggia la promozione in Serie A, Verdi a referto mette 16 presenze e 0 gol. Così il trequartista, appena ventenne, fa l'esordio in Serie A. Era il 30 settembre 2012, con i granata di Ventura in trasferta a Bergamo per sfidare l'Atalanta di Colantuono. Finì 5-1 per il Torino, Verdi subentrò ad Alessio Cerci (autore di ben tre assist) al 78'. Da gennaio viene mandato in prestito per fare esperienza, prima alla Juve Stabia e poi all'Empoli. A quel punto andava deciso il suo futuro, visto che il 15 giugno 2015 scadeva il termine ultimo per la risoluzione della comproprietà. Questo accordo, ora vietato dalle norme FIGC, prevedeva due strade allo scadere: l'acquisto da parte di uno dei due club dell'intero cartellino oppure il ricorso alle buste in caso di mancato accordo. Torino e Milan non trovarono l'intesa sul prezzo di Verdi e così si andò alle buste, metodo con cui ognuno dei club comproprietari scriveva in busta la propria offerta per il giocatore e il club con quella maggiore ne acquisiva l'intero cartellino. Il Milan offrì 450 mila euro ed ebbe la meglio.
Torino, la parabola di Verdi in granata: il ritorno da acquisto più oneroso dell'era Cairo
—Dopo i prestiti a Eibar e Carpi, Verdi approda al Bologna a titolo definitivo. Era l'8 luglio 2016 e da lì la carriera del trequartista decolla. Nella stagione 2017-2018 mette a segno 6 gol e 5 assist, in quella successiva 10 gol e 10 assist. Lo nota il Napoli, che lo acquista in estate per 25 milioni di euro. Il Torino ripensa allora a Verdi. In panchina c'era Walter Mazzarri che attendeva rinforzi per l'Europa League (i granata chiusero settimi l'anno prima, ma si qualificarono post esclusione del Milan per mancato fair play finanziario). Cairo ha un progetto: tenere tutti e aggiungere un giocatore di qualità, individuato in Simone Verdi. E alla fine segue quella direzione, riportando il trequartista al Torino con l'esborso più oneroso di tutta la sua gestione ad oggi: 23 milioni di euro complessivi (3 per il prestito oneroso e 20 per l'obbligo di riscatto). Cairo ne fu entusiasta: "Un regalo così bello non l'ho fatto nemmeno a mia moglie...". Verdi ormai è un giocatore maturo, che ha fatto esperienza e che è stato chiamato in granata per dare qualità alla rosa ed essere determinante. Una speranza che non si realizza: le cose vanno diversamente da come tutti si sarebbero augurati.
Torino, la parabola di Verdi in granata: il bilancio
—Nella stagione 2019-2020, quella del ritorno, Verdi fatica a ingranare. Passano le prime 15 giornate di campionato e ancora nessun gol dell'ex Bologna che però aveva confezionato 2 assist. La speranza di tutti è che da lì possa ripartire nella seconda metà di stagione. Anche il campionato del Toro è travagliato, Mazzarri viene esonerato a febbraio e sulla panchina granata arriva Longo, in mezzo arriva l'emergenza Covid. Con Longo, Verdi trova più costanza e la prestazioni iniziano a essere migliori. All'esordio del nuovo tecnico, Verdi va subito in gol; poi arrivano altri 4 assist. Verdi chiude la stagione quindi con 2 reti e 7 assist all'attivo in 33 presenze (26 da titolare). Ancora poco, ma c'è una speranza che il finale di stagione post lockdown possa aver sbloccato il giocatore. La stagione successiva, 2020-2021, vede Giampaolo in panchina fino a gennaio e poi Davide Nicola. A Verdi viene cambiato più volte il ruolo nel tentativo di trovare la sua sistemazione più adatta: seconda punta, trequartista, esterno e mezz'ala. Tra i ruoli l'ultimo è quello in cui rende meglio, ma sempre e solo sporadicamente. Lo confermano i numeri: 33 presenze (ma ora solo 16 da titolare), 1 gol e 5 assist. Ancora insufficiente. Da qui in poi in granata non troverà quasi mai più spazio. Arriva Ivan Juric che lo mette ai margini, poi i prestiti a Salernitana e Verona, squadre con cui ottiene la salvezza, ma che non esercitano il diritto di riscatto per il suo cartellino. Ora Verdi saluta a titolo definitivo il Torino per riabbracciare Longo, lasciandosi alle spalle un'esperienza sicuramente negativa. Sarà stata la difficoltà nel gestire la pressione legata all'investimento effettuato per lui, sarà perchè è stato semplicemente sopravvalutato. Fatto sta che l'operazione Verdi verrà sempre ricordata come un enorme e storico flop dell'era Cairo, sia tecnico sia economico, le cui conseguenze si sono avvertite pesantemente negli anni successivi.
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