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Torino, il pagellone di fine anno: Cairo 6, manca sempre il centesimo per l’euro

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L'analisi della stagione, la diciannovesima al timone del club granata: stabilità e zona sinistra della classifica ma ancora niente guizzo
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Terminata la stagione, su Toro News torna l'appuntamento con i pagelloni di fine anno: a ogni giocatore assegneremo un voto che riassuma la stagione 2023/2024. Buona lettura.

Il famoso centesimo per fare finalmente l'euro non è stato trovato nemmeno nel 2023/2024 dal Torino di Urbano Cairo. E dire che il piazzamento europeo era più alla portata che in qualsiasi altro campionato di Serie A della storia. Ben otto squadre hanno avuto l'accesso alle prossime competizioni europee e per molte settimane si è pensato che anche la nona potesse qualificarsi. Il Torino ha chiuso proprio al nono posto ma la sconfitta della Fiorentina nella finale di Conference League non ha permesso a Cairo di festeggiare la terza qualificazione europea del suo lungo mandato da presidente granata. E allora ecco un'altra annata discreta ma nulla più. Il triennio di Ivan Juric è così finito con sei milioni di euro di ingaggio dati al tecnico croato, con un decimo posto e con due noni: meno di quanto si sperava. Lo stesso Cairo si attendeva qualcosa in più, soprattutto dalla terza e ultima stagione. Le speranze del presidente granata apparivano motivate perché in estate sono stati inseriti profili interessanti in seno alla rosa. Un laterale difensivo destro di qualità in grado di non far rimpiangere Singo (il profilo è quello di Bellanova, acquistato a inizio luglio) e un attaccante di assoluto valore nel panorama della Serie A come Zapata; è stato inoltre accontentato l'allenatore con l'acquisto di Vlasic per la trequarti e l'assenza di cessioni importanti al netto, appunto, di quella di Singo, che aveva il contratto in scadenza. Insomma, la proprietà granata ha cercato di fare il suo in sede di mercato estivo: questo va detto e ribadito.

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La fiducia in Juric e il fastidio finale per i suoi tentennamenti

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Nello stesso tempo, per onestà intellettuale, bisogna aggiungere che un ulteriore investimento sulla corsi di sinistra avrebbe reso ancor più completa la rosa granata. A gennaio il mercato del Torino è stato invece sottotono, ma è stato figlio di un rapporto ormai deteriorato con Juric. Cairo non ha compiuto alcun investimento significativo a gennaio, a differenza di quanto avvenuto con Ricci e Ilic nel 2022 e nel 2023, consapevole del fatto che il Torino non sarebbe più stato di Juric da giugno in avanti. A parole Cairo ha sempre sostenuto la tesi che avrebbe proseguito anche oltre il primo triennio il matrimonio con l'allenatore di Spalato. I fastidi sono subentrati nel momento in cui Juric si è mostrato titubante al momento di prendere in mano la penna e firmare. Le risposte interlocutorie hanno allontanato Juric da Cairo e alla fine il numero uno granata si è anche tolto qualche sassolino ("Ci tengo a ringraziarlo perché ha sviluppato i nostri atleti, anche se non siamo riusciti a cogliere l'obiettivo che lui stesso aveva dato"), anche perché l'imprenditore alessandrino ha assecondato e non poco ogni operazione di Juric nell'arco del triennio.

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Lo scontro costante con il pubblico granata: l'anonimato in classifica non aiuta

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Per la presidenza Cairo il 2023/2024 è stato importante anche per l'inaugurazione del campo 3 del centro sportivo del Robaldo. Era da tanto tempo che il Torino attendeva una nuova struttura per il suo settore giovanile e il 4 maggio 2024 è stato fatto un significativo passo in avanti. Eppure, nonostante un buon mercato estivo e nonostante il prosieguo dei lavori del Robaldo la diciannovesima stagione di Cairo non può andare in archivio in modo totalmente positivo. La sufficienza c'è, ma nulla di più. Il club granata può e deve fare di più, invece troppo spesso sembra accontentarsi di quel che serve per sopravvivere in discrete condizioni in Serie A (e con l'espressione "in discrete condizioni" intendiamo la parte sinistra della classifica, raggiunta in otto degli ultimi undici campionati). E ciò ostacola la comunione d'intenti nella piazza granata, che come noto è (a volte fin troppo) esigente: alle prime difficoltà si riaccende lo scontro tra tifoseria e presidenza. Ora servirà avere "gesso", visione e lungimiranza per supportare Paolo Vanoli, che sarà l'allenatore nel momento in cui Cairo, il prossimo 2 settembre, raggiungerà i 19 anni di presidenza granata, eguagliando Orfeo Pianelli in vetta alla graduatoria dei numeri uno più longevi.

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