Partita top, Verona-Torino: 36esima giornata
—Il miglior momento di Pellegri coincide con il cambio di marcia di metà maggio. La partita della svolta arriva nella trasferta di Verona, con i granata che non vincono da cinque gare e rischiano di uscire sconfitti dal Bentegodi dopo la rete di Swiderski. Pellegri entra al 56' prendendo il posto di Zapata e trascina la squadra in un momento in cui le idee sono poche e confuse. L'attaccante granata segue bene l'azione che porta al gol di Savva pur non arrivando sul cross di Lazaro e poi si toglie la soddisfazione personale siglando il gol vittoria che è anche il primo gol del suo campionato: colpo da biliardo che si insacca in rete dopo aver battuto sui due pali. Pellegri conquista così meritatamente una maglia da titolare per la successiva partita di campionato contro il Milan. Scelta azzeccatissima perché Pietro lavora bene, si scopre trascinatore e dà gran filo da torcere nei duelli. Sua l'iniziativa personale che porta al gol del 2-0 di Ilic, entra anche nell'azione del 3-1 tenendo viva la palla su cui si avventa Rodriguez: è il miglior volto di Pellegri, forse quello vero, con il rammarico di non averlo visto spesso così determinante.
Partita flop, Napoli-Torino: 28esima giornata
—In numerose occasioni Pellegri non è riuscito a dare un apporto sufficiente al reparto offensivo. La gara in cui l'attaccante granata è parso più in difficoltà risale a inizio marzo quando al Maradona si gioca Napoli-Torino. Pellegri riceve la seconda titolarità nel giro di tre settimane e ha la possibilità di mettersi in vetrina dopo aver convinto solo a tratti contro il Lecce al Grande Torino. L'attaccante granata non trova la sintonia con i compagni, non riesce a incidere e si rende protagonista di un unico spunto a fine primo tempo conquistando una buona punizione su fallo di Juan Jesus. Troppo poco per fare la differenza, così all'ora di gioco viene sostituito da Sanabria che entra e segna in rovesciata.
Pellegri, il pagellone di fine stagione: il voto
—La stagione di Pietro Pellegri non raggiunge la sufficienza: 5.5. Ancora una volta resta il rammarico per quello che sarebbe potuto essere e non è stato. Pellegri è rimasto troppo a lungo nell'ombra, vuoi per le gerarchie, vuoi per gli acciacchi fisici, mettiamoci anche prestazioni incolori. Poca continuità, qualche infortunio con cui fare i conti (il principale ha causato un mese di stop per lesione del muscolo lungo adduttore sinistro) e una rivalsa iniziata tardi. Il colpo di coda alla fine è arrivato e ha consentito ai granata di lottare per credere fino all'ultimo all'Europa. Ma due partite giuste, per quanto importanti in termini di obiettivi, non valgono una stagione. E così a prevalere è il senso di incompiutezza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA