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Foto Lapresse/Ufficio stampa Torino FC
Dopo tre lunghi mesi d'attesa Ivan Juric è tornato a parlare. Lo ha fatto nella conferenza stampa di presentazione del primo match di Serie A 2022/2023 del suo Torino contro il Monza. Quasi quaranta minuti di domande e risposte, nei quali chi si aspettava frecciatine del tecnico nei confronti del presidente Urbano Cairo è rimasto piuttosto deluso. Rispetto a dodici mesi or sono Juric, pur senza nascondere le criticità attuali, ha utilizzato toni ben più concilianti. Ha parlato di rapporto basato sulla chiarezza, riconoscendo le problematiche affrontate dalla proprietà negli ultimi anni, senza mancare di evidenziare cosa non lo soddisfa, come ad esempio il non aver potuto lavorare nel migliore dei modi nel ritiro austriaco a causa della mancanza di giocatori. Non ha risparmiato critiche Juric, ma ha dimostrato un'estrema maturità di pensiero e di riflessione.
Se agli albori della scorsa stagione, la sua prima in granata, aveva detto in conferenza stampa di non essere stato avvisato al momento della firma della politica di austerity (come da sua stessa definizione) societaria, stavolta ha usato toni molto differenti evitando qualsiasi tipo di polemica, in primo luogo con Cairo. Anzi Juric si è presentato in conferenza stampa come il primo alleato del presidente e delle sue strategie per far ritornare il Torino virtuoso non solo sul campo, ma anche nei conti dopo anni di perdite. "Siamo arrivati in una situazione in cui la squadra aveva perso tantissimi soldi per diversi anni di fila, l'anno scorso siamo riusciti ad abbassare il monte ingaggi cedendo chi guadagnava tanto e sono arrivati ragazzi che guadagnano tre o quattro volte di meno. Stiamo sistemando i conti e siamo riusciti a fare bene. Il presidente vuole ricostruire la società e lui è molto soddisfatto e contento del lavoro" ha sottolineato il croato. Ed è stato lo stesso allenatore a inaugurare con la conferenza stampa odierna quella che auspicabilmente è una nuova fase del rapporto con Cairo.
Juric ha infatti detto esplicitamente che non vuole più litigare. I litigi servono e sono serviti per scuotere l'ambiente, ora però si entra in un'altra fase. "Per fare bene alla società a volte bisogna litigare e fare casino, ma arriva un momento in cui mi concentro sul campo perché mi rendo conto che su certe cose non riesco ad influire. Allora mi concentro sulla squadra e faccio il mio lavoro, per il quale sono pagato e anche tanto" ha sottolineato il croato. Juric ha fatto intendere di essere intervenuto su diverse questioni, su alcune battaglie ha avuto un riscontro positivo, su altre meno ("l'andazzo è questo"), ma ora è giunto il momento di andare oltre e di concentrarsi sulle questioni di campo, quelle che maggiormente competono a Juric e che maggiormente lo coinvolgono e lo stimolano. E a certificare questa nuova fase del rapporto c'è la risposta di Juric alla domanda se è deluso. "No, mi sembra tutto chiaro. Il presidente è molto chiaro, poi ci sono dinamiche in cui non posso influire, io lavoro con grandissimo entusiasmo pur con le difficoltà. Ma non sono assolutamente deluso. Su certe cose ci metti una pietra sopra". Il clima è insomma un altro, in attesa che il mercato si concluda portando quei giocatori che ancora servono.
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