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"Il calcio, spesso, è questioni di dettagli e di fiducia. La testimonianza di tutto questo è la difesa del Milan, che, sostanzialmente invariata rispetto a quella che il Torino si trovò di fronte all'andata, si è riscoperta compatta, bloccando proprio ieri la vena offensiva di Gonzalo Higuain, capocannoniere del torneo e costringendo il Napoli secondo in classifica al pareggio interno.
"La retroguardia rossonera arriva alla sfida di sabato sera avendo subito 5 reti dall'inizio del girone di ritorno. Un abisso di differenza rispetto alle 13 al passivo che contava quando venne a far visita all'Olimpico. Basterebbe questo dato a raccontare la differenza di un Milan capace di chiudere la porta 3 volte su 7 partite (0 nelle prime 7 di campionato). Già, la porta, perché è qui che sta la grande differenza tra il Milan di ottobre e quello odierno, ossia il guardiano dei pali: lo scettro è passato da David Lopez a Gianluigi Donnarumma, che ha scavalcato il notevole curriculum del collega e si è preso il ruolo da titolare della gloriosa porta milanista. Fu proprio dopo la partita contro il Torino che Mihajlovic decise di dare spazio al giovane, giovanissimo estremo difensore delle giovanili (classe '99, compirà 17 anni dopodomani), che ha messo da subito in mostra la personalità, il fisico e la testa dei grandi, diventato uno dei casi più chiacchierati dell'anno calcistico.
"Sulle fasce, dopo una prima parte di stagione nella quale il tecnico rossonero aveva dato fiducia all'ex Primavera Calabria, sono ormai occupate stabilmente da inizio girone da Abate ed Antonelli, che hanno definitivamente scalzato il giovane terzino e De Sciglio, sempre meno impiegato. Sempre presente quando schierabile - quindi al netto di infortuni e squalifiche - Alessio Romagnoli, pupillo di Mihajlovic e in costante crescita rispetto ad un inizio stagione per nulla facile. Completano il pacchetto difensivo Alex, Zapata e Mexes, con il primo che - se i condizione - risulta un partner indispensabile per Romagnoli, davanti a Donnarumma.
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