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gazzanet
"Difficile pensare che domani Sinisa Mihajlovic, entrando sul campo del Grande Torino e trovandosi di fronte a le maglie biancocelesti, non ripensi con un sorriso al suo passato alla Lazio, un passato che coincide con il più roseo momento recente della società capitolina, una squadra che all'epoca non aveva niente da temere in tutta Italia e in tutta Europa.
"Anni belli e per lui irripetibili, quelli dal 1998 al 2004, che l'attuale tecnico granata passò a Roma da giocatore: uno scudetto, due Coppe Italia, una Supercoppa Italiana, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa UEFA il luculliano bottino messo in bacheca da Mihajlovic e compagni, con quello che rimane tuttora l'ultimo titolo nazionale vinto dalla compagine biancoceleste. Il tutto in un periodo in cui anche Mihajlovic, come giocatore, arrivò al culmine della propria carriera, come centrocampista di grande qualità e soprattutto micidiale su palla da fermo, un vero cecchino con le sue punizioni calciate di sinistro da ogni zona del campo.
"Difficile, si diceva, che non ricordi tutto questo. Certo, tuttavia, che il sorriso che i ricordi del suo passato potrebbero strappargli non lo distrarranno dal presente del suo Torino. E anche se solo un folle potrebbe sognare che il serbo riesca a imitare il suo palmarès da giocatore conquistato sul Tevere anche sulle rive del Po sotto le veci di tecnico, il futuro cui guardano lui e i granata è positivo e carico di belle speranze, che il match contro la Lazio dovrà in parte esaudire: dopo le vittorie contro Roma, Fiorentina e Palermo, infatti, la sfida contro una pari grado in classifica come la Lazio potrebbe definitivamente lanciare il Toro come possibile sorpresa di questo campionato. Con lo sguardo concentrato in avanti, il passato, per quanto glorioso, non potrà che essere confinato in una angolo della memoria.
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