Perché Juric è particolarmente bravo a valorizzare i difensori?"Fa un grande lavoro fisico e mentale nel preparare i giocatori alle situazioni che si possono presentare in partita. Nessuno meglio di lui sa fare questo lavoro. È un metodo utile sia per i giovani sia per giocatori di varia età che credono in questo metodo e vogliono rilanciarsi. Per questo è un metodo utilissimo perché ti dà nuove opportunità".
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Quali sono le tue prerogative? Quali i margini di crescita?“Posso crescere su tutti i punti di vista. Sicuramente già a Verona il mister mi ha insegnato a lavorare uomo contro uomo. Poi negli anni ho fatto altre esperienze, giocando a quattro ma anche come braccetto. Ho delle basi su cui posso lavorare, gioco in Serie A da qualche anno ma ho ancora molto da imparare e credo che il mister possa essere il prosieguo migliore per il mio percorso”.
Ti senti un giocatore in prestito o pensi che puoi far parte del Toro per tanti anni?“Credo che un giocatore prima di tutto debba essere professionale. Io ho sempre lottato per la maglia che indossavo. È un onore essere qui. Fino all’ultimo giorno darò il 100%. Spero, come ha detto il direttore, che ci possano essere tanti anni qui a Torino. Io sicuramente non mi sento un giocatore in prestito perché credo bisogna essere professionisti e professionali. Sposo questa causa fino all’ultimo giorno”.
Hai già conosciuto un allenatore molto simile a Juric come Gasperini, cosa non è andato all’Atalanta?“Secondo me io sono arrivato a Bergamo che ero un po’ troppo acerbo. Non ero ancora pronto ad affrontare determinate cose da un punto di vista mentale. Sul piano fisico sono sempre stato preparato. Quindi, in questi anni ho lavorato molto sul piano mentale. Io volevo sentirmi subito importante ma è normale che quando arrivi in una squadra così devi passare per un periodo di assestamento. Il fatto di volere tutto e subito mi ha un po’ fregato. Ma da quello ho imparato come non comportarmi. Sono quindi cresciuto”.
Ti hanno sorpreso le parole di Juric dell’altro giorno, quando ha detto che senza Europa non resterebbe? O sono uno stimolo?“Le parole del mister sono comprensibili perché lui è sempre stato una persona molto diretta. Quello che pensa lo dice. Parlo a livello personale ma anche a livello di squadra: daremo sempre il massimo per riuscire a ottenere il miglior risultato possibile. Lavorare con lui fa piacere a tutti e fa bene a tutti. Io mi auguro di poter lavorare ancora per molto tempo assieme a lui e di raggiungere obiettivi importanti”.
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