Sappiamo che ti interessa la filosofia e ti piacciono Platone e Schopenhauer…“Io ho frequentato il liceo scientifico a Bologna e un professore mi ha trasmesso la passione per la filosofia. Mentre tutti portavano una tesina basica, io ho portato Platone e Schopenhauer. Mi è rimasto impresso soprattutto un concetto: occorre essere una persona di valore all’interno di un corpo sano. Spesso il corpo e la carne vengono associati al peccato; invece, è importante che la nostra anima si rifletta nel corpo. Insegnamenti che provo a fare miei. Ogni tanto cerco di resettare ripensando a quello che ho imparato negli anni scolastici e agli insegnamenti di mio padre”.
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Nella sua carriera è riuscito ad appassionare qualche compagno con questi ragionamenti?“Io vedo sempre più giocatori che hanno un lato culturale e interessi numerosi, persone di intelligenza raffinata con cui si può dialogare di tante cose. Nella mia carriera ne ho incontrati tanti, uno degli ultimi è una vostra conoscenza, Daniele Padelli, con lui ho legato tanto, anche con Silvestri. Abbiamo creato un triangolo di persone che si confrontavano su tanti aspetti”.
Come stai sul piano fisico?“Sto bene, da un paio di mesi mi alleno a pieno ritmo. Negli ultimi due anni ho avuto un crociato e poi una fascite plantare, problemi fastidiosi, ma ho avuto la fortuna di avere professionisti che mi hanno curato e ora posso dire di stare bene”.
Come ha reagito a questo periodo?“Guardare da fuori non è stato facile ma questo periodo mi ha fatto capire quanto tengo alla mia professione e quanto io voglia sentirmi protagonista ancora per tanti anni. C’è stata una realizzazione di quello che io voglio fare della mia persona e del mio lavoro”.
Puoi raccontarci anche qualcosa sulla tua storia?“Molto brevemente: sono nato in Marocco, ho avuto poi la fortuna di entrare in contatto con una famiglia che conosceva la mia famiglia di sangue e mi ha portato in Italia. Ho girato un po’ in affido nella bassa Bolognese fino a incontrare la mia attuale famiglia a cui devo tanto”.
Hai avuto altre offerte in questo mercato? Cosa ti ha spinto ad accettare?“È stato molto semplice, il direttore mi ha chiamato e io ho detto: se tu chiami io corro. Non è stato difficile scegliere il Torino, anzi, è un’occasione che voglio cogliere. Farò di tutto per migliorare, per crescere e possibilmente per vincere”.
Dopo la tua carriera la tua base culturale potrebbe essere uno spunto professionale?“Tutto ciò che è stato il mio passato provo a utilizzarlo, può essere un’ottima idea, magari un giorno creare una figura o un allenatore che abbia una cura particolare dell’aspetto mentale e culturale dei giocatori”.
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