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Torino-Milan, parla Ventura: “Eravamo in emergenza: che carattere”
Dopo Torino-Milan ha parlato il tecnico del Torino Giampiero Ventura: ecco le sue parole.
“Non mi ha fatto arrabbiare niente oggi. Avevamo un po’ di ansia perché venivamo da una brutta partita contro il Carpi e venivamo da una settimana in cui non sapevamo se avremmo potuto schierare undici giocatori con un senso logico a causa di tutti gli infortuni: ricordo che stiamo giocando ogni partita senza cinque-sei calciatori e non è facile. Devo solo dire grazie a gente come Vives, Gazzi e Baselli che hanno giocato in condizioni precarie. Per questo abbiamo avuto un atteggiamento iniziale un po’ soft. Ma c’è da sottolineare che questa squadra ha fatto un’ennesima e grande rimonta e posso solo complimentarmi.
“Non abbiamo concesso niente al Milan che è in difficoltà, ma resta pur sempre il Milan ed è venuto qui con grande determinazione. Anzi, avremmo potuto vincerla se avessimo concluso meglio alcuni contropiede. Insomma, sottolineo il grande carattere della squadra anche di fronte ad alcune situazioni di emergenza. Sul gol preso, è vero, ci sono stati degli errori in serie e non abbiamo letto la situazione. Dopo il gol preso poi siamo passati al 4-3-3 per poi ripassare al 3-5-2 e abbiamo rischiato di vincere. Globalmente comunque ritengo che il pari sia un risultato corretto"
A Ventura viene chiesto un parere su Baselli:
“Sta facendo bene, ma credo abbia le possibilità di fare benissimo. Ha le potenzialità, come Belotti e Zappacosta, Under 23 che hanno bisogno di tempo. Poi c’è quello che ci mette un po di più e quello che ci mette di meno, ma sono giocatori destinati ad arrivare. Ci vuole pazienza: l’abbiamo avuta con Darmian, Ogbonna, Cerci e Immobile, lo faremo anche con loro, dandogli solo delle conoscenze in più che possano ampliare il loro bagaglio. Poi potranno prendersi delle soddisfazioni per sé e per la società”.
A Ventura poi viene posta una domanda che si fanno in molti: perché la squadra inizia le partite con un atteggiamento quasi rinunciatario?
“Sono d’accordo col fatto che i nostri primi tempi devono essere analizzati. Noi siamo una squadra che se non gioca va in difficoltà. E per farlo sempre ci vuole disponibilità e condizione di tutti gli undici in campo. Ne bastano uno o due che vanno in difficoltà e la squadra ne risente. Ma va dato il tempo giusto di fare le cose. Bruno Peres, l’anno scorso, nei primi mesi non era certo quello che è oggi. E’ vero quello che dici, ma conosciamo anche i motivi. Ecco perché dico che ci vuole solo un po’ di pazienza”.
Ventura poi viene sollecitato sull’argomento Filadelfia, di cui oggi si è posata la prima pietra:
“Credo che sia qualcosa di importante se non straordinario. Auspico davvero di poter entrare lì da allenatore del Toro, prima di andarmene: che i lavori terminino in fretta... La ricostruzione viene in un momento in cui dopo quattro anni abbiamo ripreso a essere il Torino. Il Torino cinque anni fa era in una situazione difficilissima sotto tutti gli aspetti, in primis quello ambientale. Oggi esportiamo l’immagine di una società seria e di una squadra che prova a fare calcio. Questa crescita e questo risveglio dell’orgoglio granata, il fatto di vedere tanti bambini di nuovo innamorati di Toro, è un’altra grande prima pietra. Ci sono tante componenti che portano a dire che il Torino sta rinascendo; siamo orgogliosi di questo, con la consapevolezza di avere anche una piccola parte di merito”.
Infine, una chiosa su Cerci:
"Sapevo che c'era la possibilità che avrebbe giocato, anche se non la sicurezza. Mi dispiace per i fischi che si è preso: non li merita, è un ottimo ragazzo e un ottimo calciatore. Gli auguro davvero il meglio per il prosieguo della carriera".
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