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Quando al 78’ di Brescia-Torino è arrivato il momento di fare il terzo cambio, in molti si sarebbero aspettati un po’ di spazio per Vincenzo Millico. Berenguer aveva appena siglato lo 0-3, la partita era chiusa e non c’erano chissà quali esigenze tattiche. Walter Mazzarri ha giustamente provveduto a sostituire l’ammonito Ansaldi per non correre rischi in vista della sfida all’Inter: a sorpresa, però, ha scelto di fare entrare De Silvestri, quando avrebbe potuto dare qualche minuto a Millico spostando Laxalt sull’esterno per giocare i minuti finali del match con il 3-4-3 (davanti Millico-Belotti-Berenguer).
PATRIMONIO - Quali che siano state le ragioni di questa scelta, rimane il fatto che Millico sia un patrimonio del club, che su di lui ha investito per il rinnovo del contratto. Avrebbe bisogno di giocare, ma a fine mercato è sfumata in extremis, per decorrenza dei termini, la cessione in prestito al Chievo. Inutile rivangare il passato, ora però sarebbe giusto tenere maggiormente in considerazione il ragazzo, in attesa di trovare una soluzione per mandarlo a giocare a gennaio. Fin qui ha raccolto due gettoni in A, pochissimi minuti: 6’ minuti contro l’Udinese, 5’ contro la Juventus, come mossa della disperazione in partite da riagguantare. E’ ovviamente complicato immaginare spazio per lui da titolare, considerando la grande concorrenza nel ruolo. Se però non si sfruttano occasioni come quella di Brescia per fargli fare esperienza, è più difficile che possa aiutare anche in quelle situazioni.
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