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Un abbraccio con Ruslan Malinovski per dire 'no alla guerra' e per ribadire un'amicizia che non poteva essere minata da un conflitto. Aleksey Miranchuk sarà il primo russo che giocherà per il Torino e arriva in un momento storicamente delicato per il suo paese, la Russia di Putin che ha mosso guerra ormai da mesi alla vicina Ucraina, la patria di Malinovski.
Il loro abbraccio era arrivato un giorno dopo lo scoppio della guerra. Il 24 febbraio mentre i russi invadevano il paese vicino, l'Atalanta partiva per la Grecia per sfidare l'Olympiacos. Sull'aereo c'era Malinovski, poi decisivo il 25 febbraio in campo con una doppietta e una maglietta chiara: "No war in Ukraine". Da Bergamo assisteva a tutto Miranchuk, che era infortunato e non poteva prendere parte alla trasferta. Al rientro dalla Grecia, i due si sono visti negli spogliatoi. Un abbraccio raccontato da Pessina è stato un segnale di distensione, di fraternità e di amore tra due amici che proprio non potevano sentirsi divisi da un guerra che non poteva che non essere loro. Due persone che regalano spettacolo e che anche grazie agli spogliatoi e al continuo confronto con persone di culture diverse hanno capito forse il concetto più basilare e fondamentale: siamo tutti uomini, siamo tutti uguali.
Passano i mesi, ma Miranchuk non ha mai preso ufficialmente posizioni. Il motivo? Lo spiega Malinovski, anche se è semplice da intuire: "Io so che è contro la guerra - ha spiegato a giugno il trequartista ucraino a un evento da lui organizzato per beneficienza - ma non posso rilasciare dichiarazioni io per lui. Se un russo parla, rischia la galera nel suo paese. In Russia non c'è libertà di parola". D'altronde la situazione è ben chiara a tutti visti i recenti sviluppi. Miranchuk, seppur nel suo cuore e nei suoi gesti sia contro la guerra, pubblicamente non ha potuto prendere posizione. Scelta condivisibile visto che gli permette di salvaguardare anche la vita di chi è al suo fianco. Con il suo arrivo al Toro per la prima volta diventerà avversario di Malinovski, ma solamente in campo. Nella vita il russo e l'ucraino rimarranno amici. Non c'è guerra tra i due, che possono continuare a condurre insieme la loro battaglia: dire un secco NO alla guerra.
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