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"Lo ringrazierò sempre. Lavorare con Conte è un'esperienza che trasferisco ai miei collaboratori" aveva dichiarato tempo fa Paolo Vanoli in una intervista a Cronache di Spogliatoio, sull'avventura insieme al suo prossimo avversario Antonio Conte. I due attuali tecnici di Torino e Napoli sono infatti legati da un rapporto di grande stima, amicizia e collaborazione sul campo: prima che la carriera da capo allenatore di Vanoli spiccasse il volo tra Spartak Mosca e Venezia, il tecnico varesino è stato per anni un fidato collaboratore tecnico del tecnico pugliese ai tempi dell'Italia, del Chelsea e dell'Inter.
"Non potrò mai essere il vice di Antonio’ perché ha bisogno di un altro carattere come vice, ma mi sono sempre detto di essere un perfetto collaboratore, che invece deve sempre dire quello che pensa" aveva aggiunto Vanoli a Cronache parlando del suo rapporto con Conte, un rapporto da uomini. "La mia qualità migliore è che non riesco a non dire le cose in faccia", affermò Vanoli in quella chiacchierata, una persona dal carattere schietto e vero che a Torino hanno subito apprezzato. Carattere per certi versi simile a quello di Antonio Conte, che ha riconosciuto il valore dell'ex allenatore del Venezia quando allenava le selezioni giovanili dell'Italia, portandolo con sé sia come collaboratore nella Nazionale maggiore, che a Londra ai tempi del Chelsea e a Milano nell'esperienza all'Inter. Esperienze accumunate da trionfi, gioie e trofei: nella loro carriera i due hanno condiviso la panchina più di 161 volte e vinto una FA Cup coi Blues e uno Scudetto coi nerazzurri. Un'esperienza vincente che ha plasmato molto Vanoli che da quelle avventure ha provato a trarre il meglio per trasferirlo ai suoi giocatori a Mosca, in laguna e, infine, a Torino. Il 4-2-4 e il 3-5-2 marchio di fabbrica di Conte sono stati infatti i due assetti tattici più utilizzati da Vanoli nella sua carriera, un altro tratto distintivo del gioco di Vanoli sono le combinazioni tra i due attaccanti, un simbolo del gioco di Conte - ed anche di Giampiero Ventura, suo capo allenatore ai tempi dell'esperienza azzurra nel 2016-2017.
E' presto per dirlo e la carriera di Antonio Conte è difficilmente pareggiabile in termini di trofei e successi, ma soprattutto in termini di aura e atteggiamento che infonde alle sue squadre, prese in stato di profonda crisi e trasformate in corazzate vincenti. Nel duello secco però, ogni partita ha una storia a sè. Quello di domenica sarà il primo atto della sfida tra Vanoli e Conte e, dopo oltre 3 anni, i due si ritroveranno sullo stesso campo da avversari e dal fischio di inizio, l'emozione e gli abbracci lasceranno spazio alla grinta e alla voglia di vincere a tutti i costi una partita importantissima per la stagione del Torino.
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