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Il pubblico di Torino, dopo 4 anni di lavoro, è certamente maturato e non poco. Nessun proclama, nessuna parola di troppo: profilo basso e arduo lavoro da parte di tutti. Giocatori, staff e dirigenti.
Insomma l'intera piazza ha lavorato sodo e il merito di questa situazione va anche e soprattutto ai tifosi. Che hanno riempito stadi e aeroporti per seguire e sostenere i propri beniamini. Dopo tanti anni, il Torino torna ad avere un forte potere contrattuale, un grande appeal. I giocatori vogliono vestire la maglia granata, per poter crescere e poi spiccare il volo verso l'Olimpo del calcio.
Un percorso di crescita collettivo e non più la 'casa di riposo' per vecchi e sedicenti campioni. Che in carriera - tirando le somme - avevano vinto poco se non addirittura nulla...
Ecco, se è vero quanto affermato dal tecnico ad inizio stagione, è giunto il momento che la piazza mostri davvero il proprio (nuovo) grado di maturità. Nel ciclo di fuoco le sconfitte in serie possono accadere, semmai i granata non dovevano perdere prima, a Carpi e a Verona contro il Chievo, ma questa è acqua passata.
Il pubblico di Torino è cresciuto assieme a tutto il Toro, legandosi a doppio filo e indissolubilmente, come non accadeva dai tempi pre-fallimento. E questo significa necessariamente una sola cosa: il decadimento dell'uno equivale al tracollo dell'altro.
Il Toro e il suo pubblico per anni sono stati una cosa sola e ora sembrano davvero tornati in totale simbiosi. E per sgombrare ogni dubbio, occorre dimostrarlo nella sconfitta, ancor prima che nella vittoria. Senza dimenticare mai che lo scorso campionato i granata si ritirarono per la pausa natalizia con 17 punti in classifica. Oggi, sono già quindici...
Sostegno totale, fiducia cieca. Per il Torino e suoi giocatori. Perché loro - soprattutto chi oggi appare più fragile - ne hanno bisogno quanto voi...
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