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""La gente è di nuovo orgogliosa del Toro". Queste le parole di Gianluca Petrachi, direttore sportivo del Torino, che alla Gazzetta ha espresso soddifazione del percorso che sta costruendo a Torino, in compagnia di Giampiero Ventura. Il tecnico granata lo conquistò ai tempi del Venezia, quando Petrachi giocava. Una sinergia migliorata negli anni, che adesso punta al 2018, grazie al rinnovo del contratto che Cairo ha concesso a lui e al tecnico genovese. "Ormai parliamo la stessa lingua". Il diesse torna anche sui suoi inizi a Torino, sulla rimonta di Colantuono che si fermò in finale playoff e sul fallimento del tentativo Lerda. "Fossimo saliti in A, era pronto Allegri". Poi il sodalizio con Ventura, il resto è storia.
"E oggi? Si prosegue sulla strada della crescita è della sostenibilità economica. Si è partiti dai 14 prestiti con il diritto di riscatto del 2010, ora quasi tutta la rosa è di proprietà. "Bisogna essere equilibrati: fatturando 60 milioni il monte ingaggi non può andare oltre i 30". Porte aperte, neanche a dirlo, a Maxi Lopez e Bruno Peres. Petrachi è ottimista "per l'argentino, l'entourage ha capito che stiamo facendo il massimo. Per Bruno la soluzione è alla portata. Benassi? E' ricercato, ci è pervenuta un'offerta di 8 milioni, ma al momento è incedibile". Un altro grande colpo del dirigente granata, insieme a quello di Baselli. "In questo momento è a secco di gol, ma cresce comunque in maniera esponenziale". Tutto è partito dalla cessione di Cerci e Immobile due estati fa. "Di lì abbiamo deciso di investire con un mix di giovani ed esperti, con un progetto a lungo termine".
"Un progetto che Petrachi sognava da tempo, ai primi passi da direttore sportivo: "Vidi potenzialità in Nakata al Perugia, i fatti mi diedero ragione. Capii di avere un certo fiuto I modelli? Sabatini l'occhio migliore, Ricky Sogliano aveva grande personalità, Favalli ottimo rapporto con i giocatori. Bisogna saper imparare da tutti".
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