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PRIMO TEMPO. È un Toro spregiudicato quello che scende in campo questa sera contro il Piacenza. Colantuono vuole far sua la partita e abbandona il 4-3-3, ritornando a un più...
"PRIMO TEMPO. È un Toro spregiudicato quello che scende in campo questa sera contro il Piacenza. Colantuono vuole far sua la partita e abbandona il 4-3-3, ritornando a un più solido 4-4-2. Il vecchio-nuovo modulo viene però interpretato in modo offensivo dai granata, grazie anche alla contemporanea presenza di Bianchi, Pià, Leon e Gasbarroni. Proprio dalla fascia sinistra e dalle azioni personali del fantasista granata arrivano i primi affondi. Il Toro è ben messo in campo con un Genevier sempre più faro di centrocampo e perfettamente affiancato da Barusso. Il francese appare particolarmente ispirato, ma non è il solo. Non tutti i granata sono però in una serata brillante. Leon sembra un oggetto misterioso sulla fascia destra e si riconosce solo per le scarpette giallo sgargiante. Stesso colore di calzature anche per l’altro granata in serata no: Rubin. Però, complessivamente, la squadra non delude e prende fin da subito in mano il pallino del gioco. Il Piacenza si difende senza troppi affanni e si affaccia nella trequarti avversaria senza timori reverenziali, senza però mai impensierire veramente Sereni. I pericoli per la porta di Puggioni arrivano tutti dalle iniziative personali di Gasbarroni. Il fantasista dal fondo rientra con la sua classica mossa e crossa in mezzo. Le prime volte Bianchi non ci arriva, poi il numero 14 aggiusta la mira e trova il capitano in anticipo che spizza sul secondo palo: 1-0 al 23’. Il Toro dopo il vantaggio non rallenta e continua ad premere. La partita si indurisce e nessuno va leggero sui contrasti. Gli ospiti non tirano mai indietro il piede, ma il direttore di gara arbitra “all’inglese” e i piacentini evitano così alcuni gialli sacrosanti. La prima frazione volge così al termine, ma c’è ancora il tempo di strozzare in gola un urlo di gioia per una punizione di Leon che sibila a fianco del palo di Puggioni.
SECONDO TEMPO. Le due contendenti rientrano in campo, e il Toro è in palla. In particolare lo è Pià: due iniziative caparbie sulla destra portano a due pericoli nell’area piacentina, che però -come spesso capita, stasera- non portano nessuno al tiro. Léon, piuttosto attivo, alterna cose buone e meno buone, mentre Génévier orchestra; come risultato, il Piacenza non mette piede nella metà campo granata nei primi dieci minuti. Poi lo fa, creando un pericolo sulla sinistra, dove Rubin non è ben posizionato e Barusso “buca”, cosicché Moscardelli si trova servita una palla comoda da girare verso la porta di Sereni: una deviazione in area (con un braccio, a detta dei piacentini) smorza la conclusione.Poi, ecco l’occasione più grande: poco dopo il quarto d’ora, Pià gestisce molto bene una palla spalle alle porte, riesce a girarsi giusto in tempo per vederla infrangersi sul palo, con Puggioni che la osserva impotente. Si dispera come non mai, il brasiliano. Ficcadenti opera due cambi (fischiato l’ex-juventino Gùzman), Colantuono inserisce D’Ambrosio a sinistra, al posto di Rubin. Al minuto 23’, si infuria il pubblico di casa. Moscardelli si fa male in uno scontro a centrocampo e rimane a terra, i suoi compagni, protagonisti di un pericoloso contropiede, continuano a giocare; quando la palla torna tra i piedi granata, allora l’arbitro ferma il gioco per permettere le cure. E infine, per concludere al meglio questo bel momento di fair-play, i giocatori del Piacenza non restituiscono agli avversari il pallone che Bianchi aveva mandato fuori.Colantuono toglie Léon e mette Coppola, schierando i suoi con un 4-5-1 che vede Pià esterno destro. E proprio l’ex-Napoli è ancora protagonista, al 28’, di un bell’inserimento in area su sponda di Bianchi: anziché concludere quando forse potrebbe, si incunea tra due avversari cadendo poi a contatto con il secondo. Dubbi sull’episodio (Tommasi, ovviamente -considerando il metro utilizzato in tutta la gara- non pensa neppure a fischiare).Nel finale, il Piacenza si dedica ad un teorico “forcing” che porta al tiro solo Gùzman su calcio di punizione (centrale, facile per Sereni). Pià lascia il campo tra gli applausi sostituito da Scaglia, i granata non devono soffrire troppo per controllare il risultato. Ma proprio mentre scatta il 90’, succede l’imponderabile: su una delle rarissime capatine biancorosse in area, una carambola aiuta Moscardelli a trafiggere un incredulo e rabbioso Sereni. E’ l’immeritato pareggio per la squadra di Ficcadenti.
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