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gazzanet
Chi lo ha incontrato nel post-partita di Torino-Pisa se ne è resto subito conto: poche altre volte si è visto Mihajlovic così deluso. Non nervoso o arrabbiato, ma proprio un Sinisa tra il sorpreso e l'amareggiato per una partita, quella contro i toscani, che ha francamente riservato spunti di riflessioni importanti. Strano, per una squadra sesta in classifica, non andare oltre lo 0-0 nei novanta minuti contro un'onesta formazione di Serie B; intollerabile, a modo di vedere del tecnico serbo, che servano per forza sempre Ljajic e Belotti, anche per aver la meglio del pur ottimo Pisa.
"Mihajlovic ha schierato, come prevedibile, una formazione del tutto nuova rispetto a quella che è reduce da tre vittorie consecutive in campionato. Undici cambi su undici: all'interno della formazione, gente praticamente all'esordio stagionale come Ajeti, Lukic e Gustafson (entrato dopo 15', ma poco cambia) e chi si doveva rilanciare dopo una prima parte di stagione al di sotto delle aspettative come De Silvestri, Maxi Lopez e Martinez.
"Non esigeva il conducator granata, di vedere una manovra spettacolare da parte di giocatori che non sono mai stati impegnati insieme in campionato, nè pretendeva la brillantezza dei giorni migliori da chi era fuori da settimane. Si aspettava però di vedere tentativi di mettere in pratica i principi di gioco su cui si lavora da inizio stagione - che sono gli stessi, per titolari e riserve - e soprattutto si aspettava un altro tipo di atteggiamento, quello di chi vuol insinuare dubbi nella testa di un allenatore.
"Ebbene: le aspettative sono state deluse, da parte di molti. Non è tempo di crocifiggere nessuno, chiaramente, visto l'andamento generale della squadra, nè è opportuno balzare a conclusioni premature in ottica mercato di gennaio. Al momento, però, balza evidente che ci sia un divario netto, nel Toro, tra Toro-1 e Toro-2, tra titolari e riserve. C'è un undici-tipo che funziona bene e che è ben delineato, mentre per quanto riguarda i rincalzi c'è un motivo se al momento sono tali. Una riflessione che non bisogna trascurare, considerando che la corsa all'Europa è lunga e infida, e le concorrenti sono agguerrite.
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