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Paolo Pulici al Filadelfia con la sciarpa del Torino Calcio
"È un Paolo Pulici a tutto tondo quello che si è raccontato a margine del Gran Galà Granata. Il Campione d'Italia 1976, nonché simbolo dei valori del Torino e del tremendismo granata, ha parlato così ai microfoni dei media presenti: "È difficile dire in due parole cosa è cambiato dai miei tempi. È cambiato troppo forse il mondo del calcio ultimamente. Prima c'era, tra virgolette, più rispetto e si stava di più in una società, adesso ogni anno si cambia e diventa difficile anche capire le cose. Noi invece ci conoscevamo benissimo. Io sapevo come volevi la palla, come la voleva lui: quindi si sbagliava anche di meno. Ora ogni anno si cambia quindi diventa anche più difficile".
"Da un grande attaccante ad un altro, alle prese con i dubbi legati al suo futuro. "Belotti? Dipende da lui - prosegue Pulici -. Se vuole andare non gli conviene restare perché poi non rende come è capace. Se poi invece si fa un esame di coscienza e pensa di potere ottenere dei grossi risultati come ha fatto in passato penso che sia una soddisfazione anche per i tifosi se resta". Poi ancora su Walter Mazzarri: "Se secondo me Mazzarri è l'uomo giusto? Bisogna vedere come lavora e chi gli daranno da gestire. È sempre decisivo il mercato, se non ti comparano nessuno resti con quelli che ci sono. Purtroppo a differenza di una volta quando in prima squadra arrivavano a giocare i ragazzi del settore giovanile, almeno avevano un senso, avevano un futuro. Anche perché erano già abituati a giocare con quella maglia quindi se la sentivano più addosso. Adesso sembra che bisogna andare a fare esperienza dovunque meno che in prima squadra...".
"E sulle seconde squadre? Il pensiero di Pulici è chiarissimo: "Sono ridicole, io ho fatto presenze nelle prime squadre e non nelle seconde. Le seconde squadre sono ripieghi inutili, perché giocare nella Primavera o in Serie C non cambia nulla. Preferisco che questi ragazzi che giocano nella primavera del Toro, invece che fare un campionato di Serie C, giochino con la maglia granata in campionato. Fanno esperienza, imparano le difficoltà che ci sono, le cancellano e diventano dei buoni giocatori. Se no non si va da nessuna parte".
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