"Il Torino, dopo la sconfitta nel Derby della Mole, si prepara ad affrontare, sabato, l'Udinese. Una gara dove fare tre punti sarà un imperativo per i granata di Giampaolo: il che significherà avere un reparto offensivo prolifico, certo, ma anche una difesa più solida di quanto si è visto finora (24 le reti subite dai granata, la squadra più battuta del campionato ad oggi). A caratterizzare questo primato negativo c'è il fatto che la retroguardia del Torino in queste dieci giornate ha spesso cambiato forma (giocando con una linea di quattro o tre uomini) e ancora più spesso uomini: l'allenatore granata non ha una serie di titolari fissi, in quanto i giocatori vengono alternati di continuo. Ciò lascia spazio ad alcune riflessioni circa le implicazioni (e le motivazioni) di una tale scelta.
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Torino, quanti cambi in difesa: i pro e i contro dell’alternanza frenetica
Focus on / Giampaolo ruota tutti i difensori ogni volta, e non ha dei titolari fissi. Ecco cosa implica
"PRO - I fattori positivi legati a questo approccio alla difesa sono anzitutto quelli motivazionali: se Giampaolo può scegliere di volta in volta chi far giocare, allora tutti di settimana in settimana devono mostrarsi in forma. Ecco che quindi i più presenti tra i difensori centrali in campionato (con 8 presenze ciascuno e rispettivamente 782 e 780 minuti giocati) sono i brasiliani Bremer e Lyanco, seguiti da Rodriguez (557 minuti giocati in 7 gare); Nkoulou, leader della difesa granata nelle ultime tre stagioni, è solo il quarto nella graduatoria (540 minuti in campo in 7 gare). In fondo Izzo (91 minuti accumulati in una sola presenza in campionato) e Buongiorno (zero minuti in campionato). In particolare, da quando il Torino è tornato alla difesa a tre dall'inizio (quattro partite tra campionato e Coppa Italia) Giampaolo non ha mai confermato lo stesso trio.
"CONTRO - Scelte del genere però potrebbero anche portare a una maggior difficoltà nel metabolizzare automatismi e intesa e di contro, viste le performances recenti del Toro, produrre effetti negativi. Anzitutto vengono a mancare in campo i punti di riferimento nelle situazioni di gioco, quando un solido reparto difensivo deve mantenere il sereno dalle parti di Sirigu. Di contro c'è poi che non si sviluppa quell'affiatamento possibile solo dopo molte gare giocate fianco a fianco, situazione che non è possibile ricreare appieno in allenamento. Quel che è certo è che, alla fin fine, delle gerarchie in difesa dovranno emergere. E solo a quel punto, forse, i risultati saranno più soddisfacenti.
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