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Termina il primo tempo della terza amichevole stagionale del Torino targato Mihajlovic. A Bormio arriva il Renate del giovane Giovanni Graziano, prodotto del vivaio in prestito al club lombardo, che con Ventura fece il suo esordio in Europa League.
Gambe certamente imbarcate dopo 10 giorni di preparazione, con il Torino che parte a rilento e passa clamorosamente in svantaggio: al minuto 9, giro palla granata in difesa con l'estremo difensore Alfred Gomis che sbaglia il rinvio, favorendo così la rete dell'attaccante Napoli.
Con i lombardi sopra di un gol, il Toro non si scompone e cerca come sempre di costruire nuove trame di gioco, rispettando ovviamente i nuovi schemi dell'era Mihajlovic. Ljajic e Iago Falque provano ad accendere ed illuminare la manovra offensiva, Maxi Lopez sfiora la rete su corner al 29', ma il risultato non cambia.
Nemmeno qualche minuto più tardi quando dai venti metri il fantasista serbo piazza una parabola imprendibile su punizione, cogliendo il palo: sentenza ingenerosa per lui, il quale si conferma specialista dai calci piazzati di questa nuova era granata.
Da apprezzare in questa prima frazione, anche e soprattutto i cenni d'intesa tra Ljajic e Maxi Lopez i quali iniziano a cercarsi e trovarsi quasi ad occhi chiusi. In particolar modo il serbo sta mostrando il carattere e la voglia di essere leader che finora gli erano mancati in carriera: sperando di vederlo con lo stesso piglio in campionato, quando le partite conteranno davvero.
Ma Ljajic non è l'unico che vuole mettere in mostra le proprie doti, anche Iago Falque cerca di farsi valere: la sua punizione mancina trova una grande risposta da parte dell'estremo difensore Cincilla. Su calci piazzati, quest'anno, il Torino non dovrebbe avere problemi con questi due tiratori.
Belle intenzioni e bei movimenti a parte, ciò che lascia perplessi è l'atteggiamento mentale di questo Torino. Durante il primo tempo ci sono state delle disattenzioni di troppo, come in occasione del raddoppio nel finale della prima frazione in occasione del corner sul quale Marzeglia, non marcato, fissa il raddoppio
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