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TURIN, ITALY - AUGUST 14: Ivan Ilic of Torino FC celebrates a goal during the Coppa Italia Round of 32 match between Torino FC and Feralpisalo at Stadio Olimpico Grande Torino on August 14, 2023 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
C'è voluto un destro alla dinamite purissima di Ivan Ilic per ribaltare una Feralpisalò coraggiosa, per nulla intimorita dal Torino di Ivan Juric. La forma fisica migliore arriverà, così come i gol di Sanabria e Pellegri, anche se il primo nella serata di martedì ha avuto occasioni che sono state negate solo da un grande Pizzignacco. Quel che conta però è che il Torino è tornato a vincere in rimonta dopo un anno di astinenza e questo fattore dovrà risultare necessario per la lotta all'Europa.
Il primo anno di Juric come tecnico granata, ma con un Torino che faceva già intravedere il lavoro dell'allenatore croato. La pallida versione della squadra che un anno prima lottava per salvarsi aveva lasciato spazio ad un nuovo progetto già convincente, con una squadra che aveva ritrovato quel carattere da Toro, smarrito nelle ultime stagioni. Ed è quella partita, a poche giornate dalla fine della stagione 21/22, che mette in risalto quella fame quasi gladiatoria del Torino, bravo a ribaltare lo svantaggio iniziale di Zurkowski con una tripletta di Belotti, agli ultimi canti da capitano granata.
Il Torino della stagione appena passata era sempre una squadra che ricalcava appieno il carattere battagliero del suo mister. Affrontare il Torino voleva dire sudare su ogni singolo pallone, complice il gioco molto aggressivo di una squadra che accettava (e accetta) l'uno contro uno. Allo stesso tempo però il Torino era una squadra che una volta che passava in svantaggio magari riusciva a strappare il pareggio, ma mai a vincere la gara in rimonta. Ottime prestazioni a livello di gioco, con il classico sistema riconoscibile di Juric, ma senza quella punta di cattiveria necessaria. La gara contro la Feralpisalò è importante, non solo perché i granata hanno trovato una vittoria in rimonta che mancava da più di un anno, ma anche a livello caratteriale. Si è vista una squadra cattiva fino alla fine, alla ricerca ossessiva del gol del vantaggio ma senza mai perdere la testa.
In quella che si preannuncia come una stagione dalle alte aspettative, il Torino sarà chiamato anche ad una maturità caratteriale. L'aggancio all'Europa passerà inevitabilmente dal saper gestire anche le situazioni di svantaggio. Non sarà tutto rose e fiori, le giornate di difficoltà ci saranno, ma saranno proprie quelle gare a fungere da "esame di maturità". Questa cattiveria si è vista contro i lombardi, ma non basta. Servirà ancora più rabbia agonistica nel corso della stagione. Perché il valore della squadra sì, si misura in base a livello di gioco e di giocatori, ma anche da queste situazione di difficoltà e dalla capacità di saperne venire fuori. Da Toro.
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