La salute prima dello sport. Torino-Sassuolo come Juventus-Napoli: per la seconda volta in questa stagione le Asl vincono il conflitto con il regolamento sottoscritto a inizio stagione da Lega e Figc, che avrebbe consentito lo svolgimento del match in programma ieri sera tra granata e neroverdi. Una realtà alla quale il nuovo calcio ai tempi del Covid-19 si dovrà adeguare al più presto, un calcio che vede la legge sanitaria prevalere su quella sportiva. Ma cosa dice esattamente il famoso protocollo già citato in precedenza?
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Torino-Sassuolo come Juve-Napoli: quando l’Asl prevale sul protocollo
Approfondimento / L'Azienda Sanitaria Locale "stoppa" il Torino e costringe i due club e la Lega al rinvio del match. Il caso Juventus-Napoli ha fatto da apripista
IL PROTOCOLLO - Secondo la normativa, modificata dopo il focolaio capitato al Genoa che nell'ottobre scorso fece registrare 22 positivi tra giocatori e membri dello staff, una squadra può scendere in campo se ha almeno 13 giocatori disponibili tra cui almeno un portiere. Con un'eccezione, valida una sola volta in campionato, che permette alla società che abbia 10 o più giocatori contagiati contemporaneamente di chiedere il posticipo della partita causa Covid-19. È capitato però nel corso della stagione un caso limite, che ha di fatto scardinato dall'interno quelle che sembravano delle certezze incrollabili del protocollo sottoscritto da Figc e Lega Serie A. Il riferimento è a Juventus-Napoli, match che si sarebbe dovuto giocare lo scorso 4 ottobre, per il quale la Lega si espresse così: "Il protocollo prevede regole certe e non derogabili, che consentono la disputa delle partite di campionato pur in caso di positività, non sussistono provvedimenti di Autorità Statali o locali che impediscano il regolare svolgimento della partita. La 'ratio' del protocollo resta quella di consentire la disputa di tutte le partite e conseguentemente la conclusione regolare della Serie A".
LA REALTÀ - Nella realtà dei fatti però quello che si è venuto a creare è stato una sorta di "antinomia tra le fonti", un meccanismo giuridico che a parità di disciplina prevede che a prevalere sia la norma gerarchicamente superiore. E a confermarlo è stata la stessa giustizia sportiva che, dopo aver assegnato il 3-0 a tavolino alla Juventus nel precedente sopracitato, ha poi sancito la nullità del risultato e ha stabilito di far giocare il match il prossimo 17 marzo. È vero, il caso del Torino - numeri alla mano - è certamente più delicato di quello del Napoli, che a due giorni dal match di Torino aveva fatto registrare "soltanto" tre positività (quelle di Elmas, Zielinski ed un membro dello staff). I granata, infatti, contano al momento ben 9 positività tra giocatori e membri dello staff con l'aggravante della cosiddetta "variante inglese" del Coronavirus, che nel giro delle ultime settimane si sta diffondendo a macchia di leopardo in tutta Italia. Pare per certi versi più comprensibile dunque la scelta dell'Asl locale, che ha deciso di far rinviare il match contro il Sassuolo e si è già espressa a sfavore anche della prossima trasferta romana del Torino contro la Lazio. Una scelta che per la seconda volta in questa stagione ha testimoniato il grande peso delle aziende sanitarie locali nel calcio ai tempi del Coronavirus.
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