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TURIN, ITALY - OCTOBER 28: Marco Mancosu (L) of US Lecce in action against Jacopo Segre of Torino FC during the Coppa Italia match between Torino FC and US Lecce at Stadio Olimpico Grande Torino on October 28, 2020 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
“Sono due giocatori per i quali prevedo un ottimo futuro”. Lo ha detto Francesco Conti di Jacopo Segre e Alessandro Buongiorno, dopo la vittoria del Torino contro la Virtus Entella. Un match nel quale i due ragazzi scuola Toro hanno fatto capire di poter essere gettati nella mischia anche in Serie A. In attesa di poter capire se questi due giocatori dimostreranno di poter essere protagonisti nella massima serie, va registrato che la loro crescita va inquadrata nell’ambito di un processo attualmente in corso al Torino, ovvero la raccolta dei frutti dopo anni di semina da parte del settore giovanile.
VIVAIO - L’obiettivo principale di un vivaio, si sa, è quello di produrre giocatori di valore. Nel caso del Torino, questo si traduce nella produzione di giocatori di Serie A, che possano essere un’arma per la prima squadra o che vengano venduti per realizzare plusvalenze da reinvestire. Per intendersi, è ciò che ha portato l’Atalanta ad innescare un ciclo virtuoso che l’ha portata fino ai quarti di Champions. In casa Toro non si è di certo agli stessi livelli, però dopo otto stagioni dell’attuale gestione del vivaio firmata da Massimo Bava, in questo 2020 si stanno vedendo arrivare i primi risultati concreti.
FRUTTI - Attualmente sono infatti sei i giocatori della prima squadra che sono passati almeno dalla Primavera: oltre ai già citati Buongiorno e Segre, l’altro nome che spicca è quello di Singo, che non è certo cresciuto nel Torino, ma è in Primavera che ha avviato la trasformazione da difensore centrale a laterale. Poi ci sono Edera e Millico, due giocatori che devono ancora capire come mettere a frutto le proprie qualità ma che hanno buona tecnica, e Ferigra, difensore che al momento non è nelle rotazioni di Giampaolo ma è entrato a far parte della nazionale dell’Ecuador e come tale potrebbe rappresentare una plusvalenza futura. Quella che quest’anno ha prodotto la cessione di Bonifazi alla Spal per oltre dieci milioni. Si tratta di primi risultati concreti che rappresentano la punta dell’iceberg, perché – come già approfondito su queste colonne – quest’anno sono 57 i giocatori prodotti dal Torino in giro per l’Europa. Il lavoro di un settore giovanile, insomma, si vede nel tempo. E, con una quantità di risorse economiche impiegate inferiore rispetto a quella di altri club, a Torino i primi risultati ora si vedono.
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