Ciò che è emerso dal match del Torino contro il Cittadella è l'ormai forte opposizione della curva Maratona nei confronti del presidente granata Urbano Cairo. Nel corso della partita infatti, non sono mancati cori di contestazione nei confronti della proprietà, invitata ripetutamente e con toni forti a mettere in vendita il club, mentre, al contrario, ne sono piovuti diversi in favore di Juric e della squadra. Questa differenza di trattamento non è una novità ma si è accentuata ulteriormente sull'onda lunga delle dichiarazioni dell'allenatore dopo il derby ("Mi sento come un allenatore che non riesco a dare soddisfazioni. Ma io da solo non riesco a fare un passo in più", e ancora: "Non chiederò più rinforzi a gennaio, perchè ho preso due schiaffi e fatto tre passi indietro",), che hanno fatto pensare ad una critica dello stesso nei confronti del presidente.
Il tema
Torino, tifosi con la squadra e contro Cairo. Juric: “Non volevo causare questo”
Juric sui cori contro Cairo: "Critico me stesso prima di tutti"
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Ivan Juric, nel corso della conferenza stampa post partita, in risposta alla domanda in merito, ha espresso il seguente pensiero: "Io ho ricevuto cori positivi e il presidente negativi, non era mia intenzione causare questo". Con lo sfogo dopo il derby, spiega Juric, "Non volevo andare contro a nessuno, o meglio, io critico prima di tutto me stesso, poi cerco altri colpevoli, ma solo per cercare di migliorare le cose". Insomma, il tecnico croato ha cercato di mettere una pezza alla situazione, provando a ricompattare l'ambiente da questo punto di vista.
Obiettivi da raggiungere: squadra e dirigenza devono lavorare uniti
Juric non ha intenzione di creare una spaccatura tra la squadra e la dirigenza. Il tecnico croato sa che, per fare bene nel calcio, serve il contributo di tutte le componenti di una società, le cui fortune sono sempre intrecciate. Giocatori e staff hanno scelto di accettare questo progetto, mentre la società ha scelto loro per provare a raggiungere determinati traguardi. Juric, smaltita la delusione post derby, prova a fare da pompiere e sottolinea che con le sue parole non vuole scatenare nè volontariamente nè involontariamente l'effetto di una contestazione al presidente. E sarebbe strano il contrario, visto che fino a prova contraria è lo stesso Cairo ad averlo scelto e messo sotto contratto.
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